mercoledì 16 ottobre 2013

Risale la quota di acquisti prima casa (82%): la metà è pagata in contanti con l'aiuto dei genitori

Risale la quota di acquisti prima casa (82%): la metà è pagata in contanti con l'aiuto dei genitori


di Dario Aquaro
Il mercato della prima casa resta fondamentale e trainante per l'intero settore immobiliare. Sono state la famiglia e la rete parentale a sostenere, pur in un contesto di forte arretramento degli scambi, il finanziamento delle compravendite negli ultimi anni di crisi. Difficoltà di accesso al credito e riduzione della quota di acquisti per investimento hanno segnato infatti l'andamento del comparto. E ora che cominciano a intravedersi alcuni cauti segnali di inversione di tendenza, come quelli sulla crescita della domanda di mutui delle famiglie (terzo mese con segno positivo) o l'aumento dei plafond dedicati dalle banche a questo tipo di prestiti, è ancor più utile guardare al "dove eravamo" e a questa (grande) fetta di mercato.
Una fotografia delle scelte delle famiglie è arrivata dall'indagine Tecnoborsa 2013 sulle transazioni nel settore residenziale effettuate nelle maggiori città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova). La ricerca - che ha analizzato tra febbraio e marzo i comportamenti di duemila famiglie rappresentative - mette in risalto le scelte fatte nel biennio 2011-2012. Ben l'81,6% di chi ha acquistato ha dichiarato di averlo fatto per utilizzare la casa come abitazione principale. Un dato in netta risalita rispetto al 73,9% del 2011 e al 55,4% del 2007. Per trovare un dato simile si deve tornare indietro fino al 2005 (81%). Questo anche se le quote di "case vacanze" (11,2%) e degli acquisti per "investimento" (5,9%) non si discostano molto dall'indagine di dua anni fa. La domanda di prima casa torna quindi a salire; chi ha rimandato la scelta all'inizio della crisi "post Lehman" e ha le risorse necessarie non rinuncia all'acquisto dell'abitazione. Nonostante la stretta dei rubinetti del credito. Tra coloro che hanno acquistato una casa, infatti, conferma l'indagine Tecnoborsa, solo il 49,2% ha dichiarato di aver fatto ricorso a un finanziamento, valore decisamente inferiore a quelli riscontrati in passato. E se si guarda ai dati a livello nazionale forniti dell'Agenzia del territorio la quota scende fin sotto il 40 per cento delle transazioni.
«Il fabbisogno compresso di domanda primaria è evidente - commenta il direttore generale di Nomisma, Luca Dondi - ma la componente prima casa sul totale delle transazioni ha risentito negli scorsi anni delle difficoltà di accesso al credito. Ad acquistare l'abitazione principale è stato soprattutto chi aveva disponibilità, oppure è sostenuto da una rete familiare. Se si ragiona in termini di chi è andato a occupare l'immobile, si è portati a catalogare l'acquisto come prima casa: anche se l'acquisto è magari imputabile alla rete parentale (la quota di coloro che secondo l'indagione Tecnoborsa ha acquistato una casa per parenti prossimi sono è calata del 5,3%, attestandosi al minimo storico dell'1,4%, ndr)».
Il mercato è dunque sostenuto almeno in parte dalla componente liquida (che non significa per forza speculativa). Anche nella prima parte di quest'anno, «ancora una volta si sono mossi coloro che hanno un capitale da destinare interamente all'acquisto o che hanno fatto ricorso a finanziamenti contenuti», aggiunge Fabiana Megliola, responsabile Ufficio studi Tecnocasa. «Nel primo semestre il 77,1% di chi ha scelto il nostro Gruppo - argomenta - ha realizzato un acquisto di prima casa, il 5,8% ha optato per una casa vacanza e il 17,1% per una casa a uso investimento».
Ma proprio la liquidità è anche un tema dolente evidenziato dall'Indagine. I numeri raccontano che nel biennio 2011-2012 molti hanno avuto bisogno di vendere l'immobile per alimentare la propria liquidità: il 38%, in generale; ma soprattutto il 20,7% di chi ha ceduto la prima casa. Questa ultima fetta di intervistati - concludono gli operatori – è giocoforza andata a vivere in affitto. O a casa dei parenti. Un altro importante sostengo della rete familiare.
I dati dell'indagine Tecnoborsa e l'analisi degli scorsi due anni riassumono comunque bene la situazione passata, anche secondo il presidente Fiaip, Paolo Righi. «La voglia di casa – afferma - non è mai venuta meno, ma le banche avevano bisogno di più garanzie, ed è stato ancor più necessario l'intervento della rete familiare, di genitori o parenti di primo grado. Spesso anzi l'acquisto della prima casa deriva da una precisa volontà dei genitori, più che delle giovani coppie. Specie nei momenti di crisi, la rete familiare aumenta la sua spinta. E infatti sono calati ad esempio, gli immobili uso investimento destinati alla locazione».
Tornano dalla ricerca Tecnoborsa, per quanto riguarda lo stato dell'immobile , è emersa una notevole preferenza verso quelli abitabili (non nuovi, ndr) o da ristrutturare; in particolare: il 13,4% ha acquistato un immobile nuovo, il 24,9% uno ristrutturato, il 33,2% uno abitabile e, infine, il 28,5% uno da ristrutturare. «Dipende molto probabilmente dal fatto - commenta Valter Giammaria, presidente Tecnoborsa - che gli alloggi che non sono in buone condizioni costano meno al momento dell'acquisto e possono essere poi ristrutturati in un secondo tempo, anche grazie agli incentivi fiscali».
Il requisito che ha pesato maggiormente nella scelta dell'immobile acquistata è stata la dimensione (70,9%); la vicinanza al luogo di lavoro (44,5%), vicinanza a servizi e alle aree commerciali (40,4%), comfort e qualità delle rifiniture (40,4%), prezzo (37,3%), ubicazione in zona centrale (27,4%), vicinanza ai parenti prossimi (25%), vicinanza ad aree verdi (25%), vicinanza dei trasporti pubblici (24%), tranquillità della zona (22,9%), facilità di parcheggio (16,1%), ubicazione in zona periferica (12%), e ubicazione in zona vicina alle principali vie di comunicazione (11,6%). Viceversa, meno appetibili sono state l'ubicazione in zona in fase di riqualificazione e le caratteristiche orientate al risparmio energetico – ciò evidenzia come, seppure gli italiani stiano diventando più sensibili a questo fattore, ancora oggi non risulta determinante nella scelta della casa da acquistare.
Il taglio più richiesto continua a essere il bilocale (28,5%); abbastanza rilevante anche la richiesta del trilocale (27,7%), pur se in calo rispetto alle rilevazioni precedenti; seguono i quadrilocali (25,1%) e quelli con 5 e più vani (10,6%). Solo l'8,1% ha comprato monolocali, anche se è la percentuale più elevata riscontrata dal 2005 a oggi.
Fonte : Casa24Plus

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