lunedì 30 settembre 2013

Rendiconto condominio: entro 180 giorni dalla fine dell’esercizio

Rendiconto condominio: entro 180 giorni dalla fine dell’esercizio

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lunedì 30 settembre 2013
    
Con la riforma del 18 giugno è stato introdotto un termine perentorio per l'amministratore, pena la revoca
Il rendiconto annuale dell’amministrazione condominiale deve essere presentato entro 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio. Fino all’entrata in vigore della riforma del condominio questo termine perentorio non esisteva, ma l’amministratore poteva essere revocato dall’autorità giudiziaria qualora non l’avesse fatto per due gestioni. Anche a richiesta di un solo condomino.
Dallo scorso 18 giugno, invece, come spiega Assoedilizia, l’amministratore è tenuto a presentare tale rendiconto entro il suddetto termine di 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio. Se non lo fa, può essere revocato dall’autorità giudiziaria. Non ha quindi più scuse l’amministratore che ritarda per oltre sei mesi la presentazione del rendiconto, tantomeno quello che per “mancanza di tempo” promette di presentarlo insieme a quello dell’anno venturo.

In quali casi l’amministratore è obbligato a convocare l’assemblea condominiale e quali sono le conseguenze dell’inadempimento?

In quali casi l’amministratore è obbligato a convocare l’assemblea condominiale e quali sono le conseguenze dell’inadempimento?

30/09/2013
di Alessandro Gallucci 

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Ho chiesto all’amministratore di condominio di convocare un’assemblea perché bisognerebbe discutere di alcune questioni urgenti ma lui non la convoca, che cosa posso fare?
 
Dobbiamo discutere sull’abbattimento delle barriere architettoniche, l’amministratore deve convocare l’assemblea?
 
Entro quanto tempo dobbiamo discutere dell’approvazione del rendiconto?
 
Si tratti di alcuni dubbi che spesso frullano nella mente di tanti condomini. Dubbi normalissimi cui, prima dell’entrata in vigore della riforma, si poteva dare una solo risposta.
 
Di solito si diceva: faccia richiesta ai sensi dell’art. 66, primo comma, disp. att. c.c., a mente del quale:
 
L'assemblea, oltre che annualmente in via ordinaria per le deliberazioni indicate dall'art. 1135 del codice, può essere convocata in via straordinaria dall'amministratore quando questi lo ritiene necessario o quando ne è fatta richiesta da almeno due condomini che rappresentino un sesto del valore dell'edificio. Decorsi inutilmente dieci giorni dalla richiesta, i detti condomini possono provvedere direttamente alla convocazione.
 
Si trattava dell’unica ipotesi di richiesta di convocazione vincolante.
 
Con l’entrata in vigore della legge di riforma condominio negli edifici, la situazione è cambiata.
 
Vediamo perché.
 
A partire dal 18 giugno 2013 i condomini hanno diritto di chiedere ed ottenere la convocazione dell’assemblea anche per discutere delle innovazioni di particolare interesse sociale di cui al secondo comma dell’art. 1120 c.c. E’ questo stesso articolo, al terzo comma, a specificare che “l'amministratore è tenuto a convocare l'assemblea entro trenta giorni dalla richiesta anche di un solo condomino interessato all'adozione delle deliberazioni di cui al precedente comma. La richiesta deve contenere l'indicazione del contenuto specifico e delle modalità di esecuzione degli interventi proposti. In mancanza, l'amministratore deve invitare senza indugio il condomino proponente a fornire le necessarie integrazioni”.
 
Nel caso di opere su parti di proprietà individuale, ai sensi del secondo comma dell’art. 1122 c.c. “in ogni caso è data preventiva notizia all'amministratore che ne riferisce all'assemblea”. In tale ipotesi non è previsto un termine temporale di convocazione ma l’intero complesso normativo lascia intendere che si debba provvedere senza ritardo.
 
Allo stesso modo nel caso di installazione di impianti non centralizzati di ricezione radiotelevisiva e di produzione di energia da fonti rinnovabili, al terzo comma dell’art. 1122-bis c.c. è stabilito che “qualora si rendano necessarie modificazioni delle parti comuni, l'interessato ne dà comunicazione all'amministratore indicando il contenuto specifico e le modalità di esecuzione degli interventi. L'assemblea può prescrivere, con la maggioranza di cui al quinto comma dell'articolo 1136, adeguate modalità alternative di esecuzione o imporre cautele a salvaguardia della stabilità, della sicurezza o del decoro architettonico dell'edificio e, ai fini dell'installazione degli impianti di cui al secondo comma, provvede, a richiesta degli interessati, a ripartire l'uso del lastrico solare e delle altre superfici comuni, salvaguardando le diverse forme di utilizzo previste dal regolamento di condominio o comunque in atto. L'assemblea, con la medesima maggioranza, può altresì subordinare l'esecuzione alla prestazione, da parte dell'interessato, di idonea garanzia per i danni eventuali”.
 
Anche qui, anzi a maggior ragione visti i poteri dell’assemblea, pur non essendoci un termine, l’amministratore deve agire tempestivamente.
 
V’è poi l’obbligo di convocare l’assemblea ordinaria annuale entro 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio per la presentazione del rendiconto.
Che cosa accade se l’amministratore non adempie agli obblighi di convocazione dell’assemblea?
 
A mente dell’art. 1129 c.c. costituisce grave irregolarità comportante la revoca giudiziale “l'omessa convocazione dell'assemblea per l'approvazione del rendiconto condominiale, il ripetuto rifiuto di convocare l'assemblea per la revoca e per la nomina del nuovo amministratore o negli altri casi previsti dalla legge” (cfr. art. 1129, dodicesimo comma n. 1, c.c.)

Fonte : condominioweb.com

I mutui italiani sono i più cari d’Europa


Immobilier en hausseUn’indagine delle associazioni Adusbef e Federconsumatori mette il dito nella piaga dell’alto costo dei mutui. A fare la differenza è lo spread bancario.

Uno studio su prestiti e mutui in Italia delle associazioni di utenti e consumatori Adusbef e Federconsumatori conferma l’alto costo dei mutui italiani rispetto a quelli degli altri Paesi d’Europa.
“Per i mutui – si legge nel comunicato – il differenziale è infatti passato da 112 punti base di aprile 2013, a 147 di luglio 2013. Per i prestiti il differenziale è salito da 182 p.b. di aprile ai 213 di luglio 2013. Per cui, un mutuo di 100mila euro a 30 anni vede il mutuatario italiano pagare una rata mensile di 84 euro più alta (1.008 euro in più all’anno) del mutuatario di Eurolandia. A conclusione del mutuo, avrà pagato 30.240 euro in più di un cittadino dell’area Euro. Per lo stesso mutuo ma a 20 anni, alla fine il mutuatario italiano avrà pagato 18.480 euro in più”.
Naturalmente, a fare la differenza in Italia è lo spread bancario.
Secondo lo studio di Adusbef e Federconsumatori, le banche approfitterebbero del basso livello di Euribor per i tassi variabili ed Eurirs per i tassi fissi per aumentare lo spread sui mutui fino al +150% rispetto al precedente. Un profitto extra delle banche che, secondo le due associazioni dei consumatori, sarebbe fra le cause della crisi economica in atto nel nostro Paese.
Sarebbe necessario, a questo punto, che le autorità monetarie imponessero alle banche di riportare i tassi d’interesse allo stesso livello della media europea.
Il Parlamento Europeo propone nuove norme che possano garantire maggiore tutela e trasparenza a chi vuole comprare casa con un mutuo.
Tra le misure a tutela di chi stipula i mutui l’Unione Europea ne sta valutando una molto importante relativa al sequestro dell’abitazione sottoposta a ipoteca: in sintesi, l’abitazione ipotecata dovrà essere venduta senza svalutazioni e le commissioni di mora dovranno corrispondere ai costi effettivi.
Agli sfrattati dovrà essere garantito il diritto ad un’altra soluzione abitativa prima che lo sfratto diventi esecutivo.
Le banche, inoltre, saranno obbligate a consegnare a chi stipuli un mutuo per un immobile o un terreno un modulo standard che descriva in modo trasparente la spesa complessiva dell’offerta, gli eventuali rischi e gli effetti di lungo periodo e lasciare al richiedente 7 giorni di tempo per valutare la proposta.
Nessuna sanzione dovrà essere imposta in caso l’interessato decida di estinguere il mutuo in anticipo.
a cura di Anna Carbone
Fonte : Attico

sabato 28 settembre 2013

Giardino segreto

Giardino segreto

A Barcellona l’architetto Carles Enrich ha recuperato gli spazi di un vecchia lavanderia a secco e li ha convertiti in un loft per una giovane famiglia. Con uno spazio verde a sorpresa




A
La zona pranzo affaccia completamente sulla corte interna, grazie alle grandi porte-finestre scorrevoli a piena altezza che donano grande luminosità all’ambiente

el quartiere di Gracia, a due passi dalle architetture moderniste di Parc Guell, il passato industriale lascia posto a un loft open-space di quasi 150 mq, che adesso ospita una giovane coppia con un figlio. La casa è suddivisa in due volumi articolati attorno a un patio con giardino, una piccola oasi privata lontana dalla movida della città catalana. L’intervento dell’architetto Carles Enrich ha fatto sì che tutte le partizioni originarie venissero rimosse per lasciare che la casa si aprisse all’esterno e da qualsiasi punto si potesse godere della vista sul cortile.
Sfruttando gli spazi al millimetro l'architetto ha approfittato del ribassamento nella prima sezione della casa per ricavare un soppalco che funge come una seconda zona giorno a sé stante, dove è stata sistemata la camera da letto della coppia: un volume sospeso, indipendente ma permeabile, separato solo da librerie a giorno che ne tracciano il confine. Un armadio, accessibile da entrambi i lati crea continuità tra l’ambiente superiore e quella inferiore e trasforma il corridoio in una zona spogliatoio.
Gli architetti hanno recuperato tutti i materiali originali, le pareti in mattoni e pietra, le travi in legno del soffitto, scandito in piccole volte anch’esse in cotto. I pavimenti, invece, sono stati risolti con una gettata di cemento colorato in massa tirato a lucido. Le boiserie e gli elementi d’arredo in legno di pino della zona soppalcata sono stati introdotti solo nella seconda fase della ristrutturazione, quando la famiglia ha avuto il primo figlio.
Al di là della corte interna sorge un corpo satellite, il vecchio deposito sul retro, che è statoconvertito in uno studio e opera indipendentemente dallo spazio abitativo principale. La frammentazione della casa in due blocchi rende il patio uno spazio intermedio che può essere usato come un’ulteriore stanza all'aperto la maggior parte dell’anno. Un piccolo lusso che non tutti a Barcellona possono concedersi.
di Luca Trombetta, foto di Enric Fabre e Carles Enrich
Fonte : AtCasa
23 settembre 2013

Una casa dentro l’altra

Una casa dentro l’altra

Paesaggi domestici e micro abitazioni di legno. Quando il living diventa piazza





A NOVARA  WWW.PROSPETTIVECASA.COM



House K, realizzata in Giappone da Yoshichika Takagi, nasce dallo stimolante confronto tra le richieste dei committenti e le capacità interpretative del progettista

a K house, progettata a Sapporo, sull’isola giapponese di Hokkaido, da Yoshichika Takagi è candidamente affascinante come un racconto di Banana Yoshimoto. Interpreta la doppia anima del Giappone, in bilico tra tradizione e innovazione, presentandosi come narrazione di una piccola odissea emotiva generata dal confronto tra i desideri dei proprietari e la capacità interpretativa del progettista. La casa può essere lo specchio dei nostri desideri. Ma i desideri, in quanto tali, non sempre sono realizzabili. Però le sfide possono essere più intriganti dei desideri. E questa casa è la cronaca di una sfida.
I committenti sognavano una casa strutturata intorno a uno spazio aperto da utilizzare come estensione degli ambienti interni. Non è tutto. La immaginavano all’interno di un piccolo villaggio caratterizzato da scorci e piccole abitazioni. Ma Hokkaido è famosa per il suo clima molto rigido e così addio spazio esterno. In più l’area di progetto aveva un carattere urbano difficilmente conciliabile con l’effetto villaggio tipico dei piccoli agglomerati giapponesi.
La soluzione è stata trasformare l’intera abitazione in un microcosmo in cui si perdessero i confini tra fuori e dentro. Ecco allora le stanze diventare piccole case, con tanto di tetto a falde, distribuite intorno a un vasto open space. Su tutto una grande copertura, molto più alta, in grado di garantire il comfort termico necessario. Il risultato è un’articolazione di spazi e volumi che crea delle interconnessioni visive tra i vari ambienti.
E in tutta questa alternanza di scorci l’esterno si confonde con l’interno e viceversa. In più la scelta del legno come materiale principale fa sembrare tutto il sistema quasi la maquette di un villaggio. Il che attribuisce all’insieme un singolare carattere di artificialità. Ma come diceva Agrado nel film Tutto su mia madre di Pedro Almodovar “noi siamo più veri tanto più ci avviciniamo all’idea che abbiamo di noi stessi”. E forse funziona anche per le case.
Fonte : AtCasa
di Marco Valenti, foto di Seiya Miyamoto

Non è il classico bagno

Non è il classico bagno

Le novità e le tendenze viste al Cersaie 2013


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A NOVARA WWW.PROSPETTIVECASA.COM


Cersaie è il luogo (assieme a ISH) dove cogliere le tendenze del bagno, parola di Philippe Grohe, che di mestiere indica le evoluzioni del settore per Axor e Hansgrohe, due aziende (soprattutto la prima) sempre in prima linea nell’innovazione non soltanto tecnologica.
E in particolare l’edizione 2013 ha indicato molto esplicitamente quali siano le strade intraprese dai produttori di tutto il mondo per questa stagione. Quasi ovunque si sono visti riferimenti a un’estetica classica, con una varietà di proposte che va dalla rielaborazione alla citazione, diciamo, letterale di linee e forme della tradizione. Scelta che rispecchia una richiesta forte del mercato sia nazionale che internazionale.
Accanto a questo troviamo innovazioni e contaminazioni che sfuggono all’estetica hi tech di qualche anno fa, per proporre invece un ambiente bagno sempre più caldo e confortevole.
Partendo proprio da Axor troviamo due nuove collezioni e collaborazioni dedicate alla doccia. Lo studio Nendo porta un pezzo di living nel bagno con un soffione doccia, da parete o soffitto, che è anche una lampada LED. Lo studio Front invece ci fa vedere cosa c’è oltre il muro, con una linea che ricalca le forme delle tubature dal sapore vintage.
Tra le interessanti novità di antoniolupi troviamo BIT, firmato da Brian Sironi, il primo termoarredo dell’azienda, un realizzato in alluminio riciclato al 100% ma soprattutto capace di una forte personalizzazione perché può essere pitturato con qualsiasi colore. In tema di customizzazione Hatria ha creato Abito, una linea di sanitari a cui cambiare la superficie esterna, senza bisogno di assistenza, proprio come succede con le cover degli smartphone,
Per la sua idea di classico Azzurra Ceramica si è affidata Marta Laudani e Marco Romanelli che hanno disegnato Charme, una collezione che mescola linee moderne e tradizionali.
Simas che da sempre propone sanitari dal sapore vintage completa la sua offerta con una linea di mobili perfetta per ristrutturare un vecchio bagno senza stravolgerne lo stile. Un total look da accompagnare a una rubinetteria come quella di Rubinetterie Fratelli Frattini che presenta la Suite collection, una linea impreziosita da incisioni e cristallo Swarovski.
Sul tema delle innovazioni tecniche troviamo l’hammam disegnato da Rodolfo Dordoni perEffegibi, una vera e propria microarchitettura, pensata in diverse misure, la più piccola è stata progettata su una superficie uguale a una vasca standard. Sul tema luce in bagno Cristina Rubinetterie ha invece portato l’illuminazione senza corrente elettrica. Il geniale soffioneDynamo Shower alimenta l’illuminazione LED con il flusso d’acqua con una turbina interna.
Su tutto dominano le forme tonde e i colori morbidi: si va dalle linee morbide e femminili della collezione Happy D.2 di Duravit allo sviluppo di Giotto, la linea di rubinetteria di Cea Design, passando per i profili ispirati all’acqua di Fluid di Ceramica Cielo, le finiture materiche della nuova colelzione di Ceramica Globo fino ad arrivare al tocco di classe di Devon & Devon che riedita la vasca Aurora sostituendo alle classiche gambe delle sfere diaponibili in nickel lucido, cromo, oro chiaro e antico rame.
Alessandro Mussolini

Fonte : AtCasa

27 settembre 2013atcasa

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