giovedì 28 marzo 2013

Mutui: per sospendere le rate si ha tempo sino al 31 Marzo 2013


Mutui: per sospendere le rate si ha tempo sino al 31 Marzo 2013

privati e le famiglie che hanno contratto un mutuo e che oggi si trovano in situazione di difficoltà finanziaria hanno ancora tempo sino al prossimo 31 marzo per richiedere la sospensione del pagamento delle rate del proprio mutuo. La misura agevolativa interessa i mutui di importo inferiore ai150.000 euro erogati a soggetti persone fisiche che hanno redditi inferiori ai 40.000 euro annui.
Per ottenere la sospensione del pagamento delle rate del mutuooccorre presentare domanda presso l’istituto di credito che ha erogato il finanziamento (il modulo di richiesta è disponibile sul sito dell’ABI e presso gli sportelli delle banche aderenti all’iniziativa). Il richiedente dovrà consegnare allaBanca la documentazione comprovante il rispetto dei requisiti richiesti per poter ottenere la sospensione del mutuo. In particolare, la documentazione dovrà certificare il rispetto di uno dei seguenti requisitil’entrata in cassa integrazione del mutuatario, la perdita del posto di lavoro, la nonautosufficienza, la morte. La maturazione dei requisiti deve essere avvenuta nel periodo compreso fra l’1 gennaio 2009 e il 28 febbraio 2012.
Entro 15 giorni lavorativi dalla consegna della documentazione, la Banca comunicherà al mutuatario l’eventuale accettazione o diniego della richiesta di sospensione mutuo; in caso di accettazione della richiesta, la sospensione inizierà entro 45 giorni lavorativisempre a contare dalla data di inoltrorichiestaRicordiamo che la sospensione del pagamento delle rate è possibile per un periodo massimo di 12 mesi e può riguardare sia la quota interessi delle rate del finanziamentosia la quota capitale e quota interessi.

Pubblicato il 22/3/2013 - a cura di Ciro Galeone
Fonte : mutuisupermarket 

Banche italiane, i tre motivi per cui sono (ancora) solide


Banche italiane, i tre motivi per cui sono (ancora) solide

Il sistema è immune alla crisi. Lo dice l'Fmi che dà ragione all'Abi: le classificazioni delle sofferenze sono iper - prudenti, i paragoni con altri paesi fuorvianti

  • 27-03-2013

Banche italiane, i tre motivi per cui sono (ancora) solide
Il logo del Fondo monetario internazionale (ANSA) di Massimo Morici
Pensate al peggior scenario, una serie di choc sui mercati in stile Atene, Madrid o Cipro. Se si verificassero ancora una volta, le banche italiane sarebbero comunque in grado di resistere. Come del resto hanno fatto finora.
Parole dell'Fmi che ieri ha concluso la sua missione in Italia, con due tappe cruciali a gennaio e a marzo, tessendo le lodi degli istituti nostrani i quali, a differenza di quanto avvenuto in altri paesi, hanno raggiunto i requisiti di adeguatezza patrimoniali"con modesti apporti da parte dello Stato".
Le banche italiane, infatti, si sono rafforzate dal punto di vista patrimoniale da sole (tranne Mps), migliorando la gestione, tagliando i costi e, soprattutto, sfruttando gli aiuti della Bce .
Ciò vuol dire che, sempre nel "worst case scenario" ipotizzato dagli esperti, i "cuscinetti" patrimoniali delle banche si svuoterebbero, ma il sistema si terrebbe in piedi.
Eventuali choc sul mercato della liquidità, inoltre, sarebbero in ogni caso essere riassorbiti grazie al rilevante ammontare del collaterale a disposizione degli istituti.
Questi i risultati degli stress test effettuati dall’Fmi per vedere se il capitale delle banche italiane sia sufficiente a reggere l'impatto di un ambiente economico più difficile.
Una promozione senza riserva (o quasi), insomma: le banche italiane, hanno spiegato gli esperti di Washington (qui la nota ufficiale in inglese), hanno dimostrato "una notevole capacità di reagire di fronte a una recessione severa e prolungata nel Paese in presenza di una forte crisi in Europa".
Una solidità costruita grazie anche all'importante ruolo di vigilanza svolto da Bankitalia, giudicato un "fondamentale pilastro" della stabilità del sistema.
I numeri delle banche
Nel complesso, considerando le prime dieci banche italiane, cinque hanno chiuso in rosso e altrettante in utile. Se si guarda l’aggregato, però, il risultato è col segno meno: un rosso di 1 miliardo di euro.
Ma bisogna fare dei distinguo. I due colossi del credito italiano possono tirare un sospiro di sollievo: la milanese UniCredit ha chiuso il 2012 con un utile di 865 milioni e un core tier 1, l’indice che misura la solidità patrimoniale di una banca, che è passato da 8,40% del 2011 a 10,84% di fine 2012 - l’Eba, l’authority bancaria europea aveva chiesto agli istituti più grandi di raggiungere almeno il 9%.
Meglio ancora Intesa Sanpaolo, che ha chiuso con un utile di 1,6 miliardi e un core tier dell’11,20%. Bene anche UBI Banca (utile di 83 milioni e core tier 1 a 10,29%), l'emiliana Credem (121 milioni e core tier 1 a 9,40%) e la genovese Carige (186 milioni), che però non ha migliorato affatto la propria solidità patrimoniale (lo scorso anno ha mantenuto lo stesso core tier 1 del 2011: 6,70%).
Tutti gli altri hanno chiuso in rosso, anche se l’allarme (e l’intervento dello Stato) è scattato solo in un caso: quello di Banca Mps, l’istituto senese travolto dallo scandalo dei derivati , che ha chiuso lo scorso anno con una perdita record di oltre 2 miliardi (stando al consensus degli analisti: i risultati sono attesi il 28 marzo) e un Core Tier 1 che nel 2011 al netto dei Tremonti Bond è stato dell’8,50%.
Desta qualche preoccupazione anche il risultato dell veronese Banco Popolare che ha registrato una perdita di quasi 1 miliardo a causa di pesanti svalutazioni sui crediti, anche se è riuscita a migliorare nel corso dell’anno il Core Tier 1, passato da 7,1% del 2011 a 10,1% di fine 2012, ben al di sopra della soglia richiesta dall’autority europea.
Male anche la Popolare di Milano (che si appresta ad abbandonare la forma cooperativa per diventare una Spa quotata) con una perdita di 430 milioni nel 2012 e con un Core Tier 1 ancora fermo sotto il 9% (8,38%).
Il ruolo delle Fondazioni
A sorpresa, poi, vengono anche promosse le Fondazioni, gli enti (spesso sono azionisti di maggioranza degli istituti italiani) che non di rado finiscono nel mirino della stampa finanziaria estera.
Per l’Fmi, invece, questa volta hanno giocato un ruolo importante come investitori di lungo termine nell’azionariato, anche se "la loro presenza sistemica e la loro peculiare struttura di governance richiedono una vigilanza più stretta".
Certo, non mancano i rischi per le banche italiane. In  particolare, secondo l'Fmi, su due fronti: quello della perdurante debolezza  dell’economia reale e quello dell’esposizione al debito sovrano italiano (le banche nel 2012 hanno fatto man bassa di Btp).
Il nodo dei crediti deteriorati
Sul fronte della "copertura dei crediti deteriorati attraverso accantonamenti e collaterali", ossia il capitale necessario a coprire i prestiti soggetti a una perdita di valore (come l'esposizione verso clienti a rischio di insolvenza), secondo l'Fmi l'Italia mostra netti segnali di miglioramento, come segnalato più volte dall'Abi nei mesi scorsi, "sebbene i confronti internazionali possano essere fuorvianti, in quanto le regole di classificazione dei mutui sono molto più conservatrici in Italia che altrove".
Detto altrimenti, la classificazione delle sofferenze in Italia sono iper - prudenti. Nel 2011, infatti, le prime dieci banche registrarono sì un buco gigantesco da 26,2 miliardi, ma da imputare però alle rettifiche sugli avviamenti (28 miliardi).
L'anno scorso, invece, l'Italia è stata trascinata in basso dal circolo vizioso innestato dalla crisi (quando l'economia peggiora, i privati non restituiscono i prestiti ricevuti e gli istituti stringono i rubinetti del credito , rallentando così la ripresa) e la voce che ha pesato di più sui bilanci è stata appunto quella dei crediti deteriorati, che hanno costretto le prime dieci banche a rettifiche per 20,8 miliardi, quasi il 50%in più dell'anno precedente, quando avevano sfiorato i 14 miliardi.
Di questi, oltre 18 miliardi derivano dai soli primi cinque istituti: 9,6 miliardi da UniCredit, 4,7 miliardi da Intesa Sanpaolo, 1,9 da Mps, 1,3 miliardi da Banco Popolare e 847 milioni da UBI.
Ma non bisogna allarmarsi più di tanto: Bankitalia aveva chiesto a inizio anno di adeguare le rettifiche di valore sui crediti al contesto economico attuale e futuro a causa della recessione. E le banche hanno adottato criteri di valutazione estremamente prudenziali.
Fonte : Panorama.it

Oneri urbanizzazione, l’aumento non può essere retroattivo


Oneri urbanizzazione, l’aumento non può essere retroattivo

Tar Sardegna: gli aumenti non si applicano alle concessioni edilizie rilasciate prima dell’adeguamento


28/03/2013 - L’aumento degli oneri di urbanizzazione non può avere effetto retroattivo e non può applicarsi ai titoli edilizi già rilasciati. Lo ha affermato il Tar Sardegna, che con la sentenza 75/2013 si è allineato alle precedenti pronunce della giustizia amministrativa.
Oneri urbanizzazione, l’aumento non può essere retroattivo

Il caso preso in esame dal Tribunale Amministrativo riguarda una società che aveva stipulato una convenzione urbanistica di attuazione del piano di lottizzazione per la realizzazione di un intervento edilizio.

In base alla convenzione siglata, l’incidenza degli oneri di urbanizzazione secondaria su ogni metro cubo era di 0,924 euro. In seguito, però, il Comune si era adeguato al costo della vita e alle nuove tabelle parametriche regionali, portando a 2,77 euro l’incidenza  degli oneri su ogni metro cubo.

Dopo il ricorso presentato dalla società, il Tar ha affermato che le nuove delibere comunali non possono avere un effetto retroattivo.

I maggiori oneri di urbanizzazione introdotti non possono quindi essere applicati alle concessioni edilizie già rilasciate, ma valgono solo per i titoli abilitativi rilasciati dopo l’adozione della delibera.

L’unica eccezione è costituita dalle concessioni edilizie in cui il Comune inserisce l’espressione “salvo conguaglio”. In questo caso, infatti, l’Amministrazione può pretendere il pagamento della maggiorazione.

Ricordiamo che, ai sensi del Dpr 380/2001, Testo Unico dell’edilizia,  l'incidenza degli oneri di urbanizzazione viene stabilita da una delibera del consiglio comunale sulla base delle tabelle parametriche regionali. In assenza delle tabelle parametriche i Comuni definiscono gli oneri di urbanizzazione con una delibera provvisoria.

Gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria devono inoltre essere aggiornati ogni cinque anni rifacendosi alle disposizioni regionali.
Fonte : Edilportale.com

Rendimento energetico edifici: livelli alti a prezzi accessibili


Rendimento energetico edifici: livelli alti a prezzi accessibili

Dal Buildings Performance Institute Europe una metodologia per calcolare i livelli ottimali di efficienza in funzione dei costi


28/03/2013 - La Direttiva sul rendimento energetico degli edifici (2010/31/UE) impone agli Stati membri di introdurre requisiti minimi di rendimento energetico nella costruzione degli edifici e degli elementi e sistemi tecnici per l’edilizia, e di fissare questi requisiti sulla base di una metodologia dei livelli ottimali in funzione dei costi.
Rendimento energetico edifici: livelli alti a prezzi accessibili

Il Buildings Performance Institute Europe (BPIE) ha messo a punto una metodologia (scarica il testo) che introduce - per la prima volta - tra i prerequisiti quello di prendere in considerazione i costi di esercizio globali degli edifici, in base ai quali modellare le loro future esigenze di rendimento energetico. Con questo metodo, la valutazione del fabbisogno energetico degli edifici non sarà più legata soltanto ai costi di investimento, ma terrà conto della loro gestione, manutenzione e smaltimento; di conseguenza i costi per il risparmio energetico saranno più coerenti e sostenibili.

La metodologia per il calcolo dei livelli ottimali di rendimento energetico minimo per edifici ed elementi edilizi - ricorda il BPIE - è stata stabilita con il Regolamento 244/2012 per il calcolo dei livelli ottimali in funzione dei costi (leggi tutto), mentre ulteriori indicazioni sulle modalità di attuazione della metodologia a livello nazionale sono state fornite con delleLinee Guida pubblicate dalla Commissione europea nel mese di aprile 2012.

Tuttavia - spiega il BPIE - sia il Regolamento comunitario che le Linee Guida danno agli Stati membri un grado molto elevato di flessibilità, per quanto riguarda la selezione dei dati di input per il calcolo, la selezione di riferimento edifici, costi energetici, ecc.

Nella convinzione che gli Stati membri trarrebbero beneficio da ulteriori indicazioni sul rapporto tra livelli ottimali e costi e su come utilizzare la metodologia relativa agli Edifici a Energia Quasi Zero (EEQZ), il BPIE intende fornire degli esempi pratici su come implementare in modo efficace una metodologia dei livelli ottimali in funzione dei costi, a livello nazionale. L’obiettivo principale è quello di valutare le implicazioni dei diversi parametri critici, nonché di condividere le buone pratiche tra i paesi dell’UE.

Nel documento vengono illustrati tre casi di studio, con il supporto di consulenti provenienti da Austria (e-Sieben), Germania (IWU) e Polonia (BuildDesk), concentrandosi sul rapporto tra livelli ottimali e costi per edifici multi-familiari e/o unifamiliari. I casi di studio dimostrano che è possibile definire livelli di rendimento energetico degli edifici, ambiziosi ma a prezzi accessibili, e che la transizione verso Edifici a Energia Quasi Zero è possibile.


Di efficienza energetica in edilizia si parla a Smart Village in Tour, il road show nazionale dedicato agli Edifici a Energia Quasi Zero e antisismici, organizzato da Edilportale. 
Fonte : Edilportale.com

Mangiare con gli amici? Dal Brasile il giusto table set


Mangiare con gli amici? Dal Brasile il giusto table set

giovedì 28 marzo 2013

Al Salone del Mobile di Milano Bold_a design company presenta Combine
              









In occasione del Salone del Mobile 2013 di Milano, la brasiliana Bold_a design company ha deciso di lanciare attraverso la mostra Rio+Design la sua prima linea di oggetti autoprodotta. Combine è un set da tavola portatile e riutilizzabile che unisce praticità e bellezza a gustosi momenti di convivialità. Dal picnic con gli amici alla cenetta in casa, dalla festa informale nella casa al mare al pranzo coi colleghi in ufficio, Combine si adatta grazia alla sua versatilità e alla sua eleganza minimalista. Il set è realizzato conmateriali eco-responsabili certificati.
Disponibile in vari colori, il kit completo è composto da due ciotole grandi, una ciotola con divisori per finger food, una ciotolina per salse e un servizio per sei persone di piatti, bicchieri e sottobicchieri. Come suggerisce il nome della linea, è possibile combinare gli elementi a seconda dell’interesse personale, acquistando tutto il kit o solo alcuni pezzi. Il set, montato in verticale in modo semplice e intuitivo per ottimizzarne il trasporto, ha anche un coperchio e un sacchetto di silicone vulcanizzato che diventa un utile e decorativo sottopiatto.
“Mangiare e ricevere gli amici è per me un grande piacere,” affermaLeonardo Eyer, direttore creativo e partner di Bold_a design company. “Così è nata l’idea di sviluppare una linea di prodotti che potrebbero essere utilizzati in occasioni come queste, portando però qualcosa di nuovo a questo segmento di mercato”.
Fonte : Quotidianocasa.it

mercoledì 27 marzo 2013

Pagamenti alle imprese senza sforare il limite di deficit del 3%


Pagamenti alle imprese senza sforare il limite di deficit del 3%

Unione Europea: saldo dei debiti delle Amministrazioni possibile senza avvicinarsi troppo alla soglia massima di debito consentita


27/03/2013 - Ancora qualche incertezza sul saldo dei debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese. Se da una parte l’Unione Europea fissa qualche paletto all’erogazione dei pagamenti, l’Italia assicura che riuscirà a mettere in circolo le risorse economiche necessarie senza sforare i limiti di debito pubblico consentiti da Bruxelles.
Pagamenti alle imprese senza sforare il limite di deficit del 3%

Sblocco dei pagamenti, gli obiettivi dell’Italia
All’inizio del prossimo mese dovrebbe riunirsi la Commissione che esaminerà la relazione dell’ex premier Mario Monti e del Ministro dell’Economia uscente Vittorio Grilli sull’aggiornamento del Def, Documento di economia e finanza.

Come comunicato durante lo scorso Consiglio dei Ministri, l’Esecutivo mira a varare un decreto contenente misure per immettere nel sistema una liquidità pari a 40 miliardi di euro: 20 miliardi nella seconda parte del 2013 e ulteriori 20 miliardi nel corso del 2014. Risorse che renderebbero possibile il pagamento degli arretrati a molte imprese(Leggi Tutto).

Monti ha però sottolineato che i pagamenti non possono essere erogati subito, ma è necessaria l’approvazione della nota di variazione del Def.

Secondo il documento, presentato in Consiglio dei Ministri, con i pagamenti alle imprese il deficit salirebbe al 2,9%, restando poco al di sotto della soglia massima del 3% concessa dall’Unione Europea.

I limiti dell’Unione Europea
Lo sblocco immediato dei pagamenti alle imprese trova dei limiti non solo nelle considerazioni del Governo, ma anche in quelle dell’Unione Europea. Secondo Bruxelles possono usufruire dell’ammorbidimento delpatto di stabilità (leggi tutto) i Paesi su cui non pende nessuna procedura per debito eccessivo. In Italia, quindi, si potrebbe fare ricorso a questa misura solo dopo la chiusura della procedura.

Come già osservato dal Governo italiano, con il pagamento dei 40 miliardi alle imprese il deficit arriverebbe al 2,9%. Una situazione che, come emerge da fonti di agenzia, l’Unione Europea considera “a rischio”.

Dato che il limite di deficit consentito dall’Ue ammonta al 3%, il pagamento dei 40 miliardi potrebbe infatti rendere più difficile l’archiviazione della procedura per debito eccessivo a carico dell’Italia.

Dello stesso avviso il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, secondo il quale “l'Italia puo' pagare i debiti arretrati contratti dalla pubblica amministrazione verso le imprese ma senza avvicinarsi troppo alla soglia del 3% di deficit”.
Fonte : Edilportale.com

Da amministratore di condomino a Manager immobiliare


Da amministratore di condomino a Manager immobiliare

martedì 26 marzo 2013
In arrivo una nuova figura professionale per le attività gestionali relative al condominio
Oggi il vecchio amministratore di condominio si evolve nel Manager immobiliare, una figura professionale al passo coi tempi e con la più recente normativa. A proporla, scrive Il Mondo, è la società Manager Immobiliari, che punta ad innovare profondamente la gestione degli immobili introducendo in Italia modelli di business e standard qualitativi già da tempo radicati in altri Paesi come Francia e Stati Uniti. Il Manager immobiliare è il riferimento dei condòmini per tutte le attività di natura gestionale che svolge, garantendo una presenza costante nel condominio e potendo contare sul supporto di un centro servizi attivo 24 ore su 24. E’, insomma, una figura professionale basata sui nuovi standard patrimoniali, informativi e di trasparenza imposti dalla recente riforma del condominio.
a cura di redazione Quotidianocasa.it

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La casa innovativa con luci a scomparsa totale


La casa innovativa con luci a scomparsa totale

mercoledì 27 marzo 2013

Buzzi & Buzzi presenta in anteprima i prodotti a semi-incasso e incasso
Il brand dell’illuminazione Buzzi & Buzzi sarà presente anche quest’anno adEuroluce, manifestazione di riferimento internazionale per il settore che si terrà a Milano tra il 9 e il 14 aprile 2013 in occasione del Salone del Mobile. L’azienda presenta in anteprima le proprie novità, come Nastro, luce semi-incasso a parete o soffitto, e Buzzz, luce incasso a scomparsa totale. Buzzi & Buzzi sarà inoltre presente, durante il Fuorisalone, all’interno di Hi Home, in via Adige, con il nuovo studio dell’interior designer Andrea Castrignano, progettato per ospitare una casa campione che utilizza le più innovative soluzioni in materia di risparmio energetico e domotica avanzata e, per l’illuminazione, ricorre proprio ai prodotti a scomparsa totale di Buzzi & Buzzi.
Nastro, novità firmata Andrea Castrignano, fa parte della linea di prodotto T-Ark. E’ realizzato in AirCoral, un materiale eco-attivo. anti-inquinante e antibatterico brevettato e certificato dall’ente americano Tile Council of North America. Nastro è un semi incasso adatto per installazioni in parete o soffitto di cartongesso, la cui applicazione crea un effetto di movimento delle forme e dei volumi. Il prodotto è fornito completo di cablaggio semi incasso a scomparsa totale e vetro satinato extrawhite, utilizza lampadine a risparmio energetico ed è disponibile anche con alimentatore elettronico dimmerabile.Buzzz, realizzata da Andrea Sensoli, rientra invece nella linea di prodottoTechnical. E’ anch’esso realizzato in AirCoral ed è un incasso a scomparsa totale adatto per installazioni a soffitto. Fornito, come Nastro, completo di cablaggio semi incasso a scomparsa totale, Buzzz è disponibile sia in versione alogena sia con Led di ultima generazione da 10W.
Fonte : Quotidianocasa.it

lunedì 25 marzo 2013

Porte filo muro, interno muro e… gesso


Porte filo muro, interno muro e… gesso

lunedì 25 marzo 2013

I nuovi prodotti che Bertolotto Porte presenterà al Salone del Mobile 2013
Bertolotto porte presenta in anteprima la Collezione Walldoor, costituita dai nuovi prodotti con cui l’azienda sarà presente a Milano all’edizione 2013 delSalone del Mobile. La Porta battente Walldoor è una porta filo muro reversibile che permette, in fase d’installazione, di stabilire il senso di apertura, invertendo il posizionamento del telaio, e la spinta di apertura, capovolgendo l’anta e applicando un profilo di compensazione paraspifferi. E’ possibile installare questa porta sia su muratura che su cartongesso; il telaio è in alluminio estruso e ossidato. Il pannello in tamburato può essere personalizzato per colore e materia come la superficie della parete.
La Porta scorrevole interno muro Walldoor, invece, ha un telaio ridotto all’essenziale, senza stipiti e cornici profilo. Le ante sono a scomparsa e scorrono su un solo binario che ricrea un effetto molto lineare e in totale armonia con l’ambiente. Il pannello può essere in legno o in vetro, entrambe le versioni declinabili in base all’ampia gamma di finiture in catalogo. GliArmadi e le Nicchie Walldoor, infine, rappresentano un innovativo ssistema di chiusura ad ante filo muro per piccoli e grandi vani che si ricavano sia da superfici in muratura che in cartongesso.
Fuori dalla collezione Walldoor, Bertolotto porte presenterà al Salone del Mobile di quest’anno anche la nuova porta battente Sidney in “Gesso”. Si tratta della nuova versione dell’omonima porta in una finitura sintetica antigraffio sincroporo, che riproduce il colore, il disegno, la venatura e il poro del legno. Il concept di Gesso consiste infatti nell’esaltazione del disegno materico che ricrea le naturali venature del legno, per offrire a vista e tatto l’originalità di un colore chiaro e raffinato, facilmente adattabile a diversi ambienti.
Fonte : Quotidianocasa.it

SCIA - Segnalazione Certificata Inizio Attività


SCIA - Segnalazione Certificata Inizio Attività

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L’articolo 49 del DL 78/2010 (convertito in legge n. 122/2010) ha istituito la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA)sostituendo integralmente la DIA (denuncia di inizio attività) attiva dal 1990.
La SCIA diminuisce i tempi di attesa per l’inizio dei lavori e diminuisce anche gli oneri previsti come diritti di segreteria e tasse.
La norma comunque prevede espressamente che alla segnalazione vengano comunque allegate le attestazioni e le asseverazioni dei tecnici abilitati ed i relativi elaborati progettuali. A differenza della DIA, dove le verifiche dell’amministrazione venivano fatte ante operam, la SCIA è sottoposta a verifica in corso d’opera.
La S.C.I.A. sostituisce la D.I.A. per tutti gli interventi edilizi di cui all’art. 22, c. 1 e c. 2, del T.U. D.P.R. 380/2001 che troverà, al contrario, ancora applicazione la super-DIA laddove la stessa sia, in base alla normativa statale o regionale,alternativa o sostitutiva rispetto al permesso di costruire (ad esempio per gli interventi di cui all’art. 22, c.3, T.U. D.P.R. 380/2001 o a quelli previsti dalle leggi regionali).
Le Regioni con propria legge possono ampliare l’ambito delle fattispecie per le quali si può ricorrere alla D.I.A. in via alternativa o sostitutiva al permesso di costruire (fattispecie alle quali, pertanto, non si applicherà la nuova disciplina in materia di S.C.I.A.)
Nei casi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali, la S.C.I.A. non sostituisce gli atti di autorizzazione o nulla osta, comunque denominati, delle amministrazioni preposte alla tutela dell'ambiente e del patrimonio culturale.
Pertanto saranno soggetti a S.C.I.A, a titolo esemplificativo, i seguenti interventi:
i) gli interventi di restauro e risanamento conservativo
ii) i mutamenti di destinazione d’uso “funzionale”
iii) gli interventi di manutenzione straordinaria che riguardino parti strutturali dell’edificio (e come tali non rientranti nell’ambito di applicazione dell’art. 6, c.2, del T.U. D.P.R. 380/2001 (relativo all’attività edilizia libera previa comunicazione inizio lavori)
iv) i singoli interventi “strutturali” non costituenti un “insieme sistematico di opere” e quindi non qualificabili come “ristrutturazione edilizia”, quali ad esempio:
- il frazionamento di quella che in progetto approvato era un’unica unità in due o più distinte unità (con l’esecuzione di opere minime, esclusivamente “interne”, per ottenere la fisica separazione delle unità);
- l’accorpamento di quelle che in progetto approvato erano due o più unità in un’unica unità (con l’esecuzione di opere minime, esclusivamente “interne”, per ottenere la fusione fra le unità)
- l’ampliamento di fabbricati all’interno della sagoma esistente che non determini volumi funzionalmente autonomi
- semplici modifiche prospettiche (ad esempio apertura o chiusura di una o più finestre, di una o più porte).
- il ricorso alla S.C.I.A. è, inoltre, previsto per le varianti a permessi di costruire che non incidono sui parametri urbanistici e sulle volumetrie, che non modificano la destinazione d'uso e la categoria edilizia, non alterano la sagoma dell’edificio e non violano le eventuali prescrizioni contenute nel permesso di costruire.
- realizzazione di parcheggi al piano terra o nel sottosuolo di fabbricati anche in deroga ai vigenti strumenti urbanistici
- realizzazione di parcheggi ad uso esclusivo dei residenti nel sottosuolo di aree pertinenziali esterne al fabbricato purché non in contrasto con i piani urbani del traffico.
Fonte : http://www.studiobottoni.com

Usa: la ripresa prosegue


Usa: la ripresa prosegue

venerdì 22 marzo 2013

Il mercato ha toccato il fondo e ora risale, creando opportunità molto interessanti
A febbraio 2013 negli Stati Uniti le vendite immobiliari sono cresciute del 2,3% rispetto a un anno prima e il prezzo mediano è cresciuto del 7%. A mostrarlo è l’ultimo National Housing Report di Re/Max, che esamina 52 aree metropolitane statunitensi. Suscita ancora preoccupazione il numero di case tuttora sul mercato, cifra che però continua a ridursi, creando unasituazione vantaggiosa per i venditori. La disponibilità di abitazioni è scesa del 29,2% rispetto allo scorso anno e i tempi di vendita si attestano ora mediamente a 4,8 mesi.
Secondo Re/Max, la ripresa del mercato Usa è reale e migliorerà costantemente nei prossimi mesi. Il mercato ha già toccato il fondo, anche i consumatori lo riconoscono, e oggi torna ad offrire grandi opportunità, con prezzi bassi e bassi tassi d’interesse. In sintesi, una combinazione di fattori rara e invitante .
Fonte : Quotianocasa.it

Record di sfratti in Spagna


Record di sfratti in Spagna

venerdì 22 marzo 2013

Nonostante gli interventi del governo, l'emergenza non si placa
Nel 2012 in Spagna sono stati oltre 75.600 gli ordini di sfratto, in aumento del 16,7% rispetto all’anno precedente. Dall’inizio della crisi nel 2008 ammontano a 252.826 gli ordini di sfratto eseguiti dalla magistratura. Si tratta di una vera e propria emergenza sociale, scatenata da una crisi che ancora non si placa e continua a mettere a dura prova il governo spagnolo e la popolazione della penisola, con una serie di suicidi di cittadini rimasti senza casa. Intanto alcuni movimenti si sono già attivati per sostenere le famiglie colpite dallo sfratto, bloccando l’ingresso delle abitazioni per impedire agli ufficiali di procedere all’ordinanza di sfratto.
Il governo di Madrid, per frenare il fenomeno, aveva già approvato lo scorso novembre un decreto finalizzato a bloccare gli sfratti per i più indigenti. I due anni di blocco previsti dall’esecutivo valgono per le famiglie con un reddito inferiore a 1.600 euro al mese o con un bambino di meno di tre anni, almeno tre figli o con un disabile a carico. E il Paese deve fare anche i conti con untasso di disoccupazione arrivato a toccare il 26%.

Fonte Quotianocasa.it

Regione Valle d’Aosta finanzia 96 mutui


Regione Valle d’Aosta finanzia 96 mutui

venerdì 22 marzo 2013

Stanziati 9 milioni di euro per permettere ai cittadini l'acquisto della prima abitazione
La giunta regionale della Valle d’Aosta ha impegnato oltre 9 milioni di euro per finanziare 96 domande di mutuo per la prima casa. Il trend delle richieste di mutuo in Italia risulta in calo, mentre negli ultimi anni, spiega a La Stampal’assessore alle Opere pubbliche Marco Viérin, in Valle d’Aosta è cresciuto del 20%, sospinto principalmente dalla garanzia di avere il tasso fisso dell’1, del 2 o del 3 per cento. Con questi 96 nuovi finanziamenti gli uffici regionali sono riusciti a rispondere alle domande presentate fino all’ottobre del 2012. In questi anni la Regione è riuscita a ridurre i tempi di attesa, passati da due anni a soli sette mesi, grazie principalmente al rientro delle rate pagate dai cittadini e a un attento lavoro.
Fonte : Quotidianocasa.it

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