Spostare i mobili non arreca disturbo alla quiete pubblica
La Cassazione dà ragione al "disturbatore": perchè possa considerarsi penalmente responsabile dovrebbe infastidire gran parte del condominio
Spostare i mobili, anche la mattina presto, non è reato. Lo ha stabilito la Suprema Corte. Il caso è il seguente: il Tribunale di Oristano condannava nel 2011 due condomini giudicandoli responsabili del reato di cui agli artt. 110 e 659 cod. pen. per avere disturbato il riposo dei vicini di casa mediante rumori provocati spostando mobili nella loro abitazione, sita al primo piano dello stabile condominiale. Contro tale pronuncia è stato presentato ricorso alla Cassazione.
La Suprema Corte, si legge su Condomino Web, ha ricordato che perché possa dirsi configurata la contravvenzione è fondamentale che i rumori prodotti abbiano l’attitudine a propagarsi e diffondersi in modo da poter infastidire una pluralità indeterminata di persone. Pertanto, essendo il luogo disturbato circoscritto a una singola unità di un complesso condominiale, è da ritenersi irrilevante il numero di soggetti contingentemente convenuti in detto luogo e disturbati dal soggetto agente.
Tanto viene dedotto dalla natura giuridica del bene protetto, identificato nella“quiete pubblica” e non nella tranquillità dei singoli soggetti che denunciano l’altrui rumorosità. Pertanto, nel momento in cui l’attività disturbante si verifica nell’ambito di un condominio, perchè possa ravvisarsi la responsabilità penale per disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone non basta che i rumori possano disturbare solo i condomini risiedenti negli appartamenti inferiori o superiori al “disturbatore”, ma è necessario che sussista una oggettiva e concreta capacità delle emissioni rumorose di arrecare disturbo alla maggior parte del condomino stesso, oppure agli stabili prossimi.
A Cura di Quotidianocasa.it
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