giovedì 13 febbraio 2014

Risparmio energetico: caldaia e luci si ripagano in fretta, con il cappotto si tagliano di più i consumi

Risparmio energetico: caldaia e luci si ripagano in fretta, con il cappotto si tagliano di più i consumi


di Dario Aquaro
L'orizzonte dei ritorni per gli investimenti in efficienza energetica è in media ancora lontano, specie senza incentivi. Il tempo di pay-back, cioè quello necessario a ripagare (con i risparmi in bolletta) il costo di un intervento di riqualificazione, supera spesso i valori soglia che il panel di esperti e operatori del settore intervistati per l'Energy Efficiency Report 2013 del Politecnico di Milano ritengono accettabili, e che per le abitazioni sono sui 4-6 anni. I proprietari, infatti, spesso trovano un motivo di resistenza all'investimento in questo parametro.
I tempi dipendono dallo stato di partenza dell'edificio, dalla zona climatica, dalla soluzione tecnologica scelta e dall'impiego o meno degli incentivi (che danno una grossa mano). Casa24 Plus ha chiesto all'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano di simulare lo scenario dei tempi di rientro richiesti per alcuni interventi di risparmio energetico, effettuati su un'abitazione di 100 mq con riscaldamento autonomo (villetta monofamiliare o appartamento in condominio di 15 famiglie).
Considerati i costi energetici, si può vedere allora quanto valgono i singoli tagli in bolletta e quanto occorre per ammortizzare l'intervento, distinguendo tra la sostituzione obbligata di una tecnologia a fine vita e quella volontaria di una ancora funzionante (ma che si potrebbe migliorare), con e senza incentivi, sia a Nord che a Sud: dove cambiano distribuzione dei consumi e taglia dell'investimento. Una prima evidenza è che anche in case "obsolete" - e calcolando anche flussi di cassa generati da investimenti aletrnativi e i costi di gestione e manutenzione – «solo poche tecnologie rientrano in tempi brevi senza il sostegno degli incentivi», spiega Davide Chiaroni, vicedirettore Energy & Strategy Group. In particolare: illuminazione (3 mesi, ma investimento piccolo), caldaie a condensazione (3,5-4 anni), e sistemi di building automation (5-5,5 anni). Altri interventi rivelano ancora «rientri lunghi». Così, in una villetta in Piemonte (classe F), rifare le finestre (30 mq) con infissi in Pvc e vetri a controllo solare costa 7.500 euro e porta un risparmio annuo di 620 euro: il proprietario comincia a guadagnarci dopo 12 anni. In Sicilia, per lo stesso investimento in una casa di classe E, con un taglio annuo di 470 euro, bisogna aspettare 15 anni. Mentre isolare le pareti (250 mq), in entrambi i casi, porta sì a uno sconto del 50% sulla bolletta termica, ma richiede un investimento di 17.500 euro che si ammortizza in più di 20 anni.
Diverso il discorso sul nuovo, dove «gli interventi hanno meno efficacia, perché si parte già da una classe energetica più elevata (C o B) e il progresso è percentualmente inferiore. Di conseguenza – prosegue Chiaroni – oltre che per il cappotto, il pay-back arriverebbe dopo oltre 20 anni anche per chiusure vetrate e pompe di calore. Si tratta di investimenti non indispensabili: per convincere i proprietari a sostituire l'impianto o migliorare l'isolamento bisognerebbe vedere ritorni più rapidi».
Con gli incentivi però lo scenario cambia. «Dando per scontato che le tasse pagate siano sufficienti a sfruttare tutte le detrazioni (che ci sia cioè sufficiente capienza, ndr), le stesse chiusure vetrate tornano competitive nella "vecchia" casa sia a Nord (rientro in meno di 5 anni) che a Sud (6 anni). Così come le pompe di calore aria-acqua. A Nord un impianto con potenza di 10 kW, che richiede una spesa di 7.500 euro e fa risparmiare 600 euro annui rispetto a una caldaia tradizionale, non si ripaga più in oltre 10 anni ma in 4,5. Al Sud, dove l'impianto pesa 8 kW e offre un taglio di 450 euro annui, per cominciare a guadagnare ci vogliono 6 anni».
FONTE : CASE24PLUS

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