venerdì 29 novembre 2013

Seconda rata IMU. Il grande bluff. Triste cronaca di mancate esenzioni, stangate in arrivo e “regalini”.

Seconda rata IMU. Il grande bluff. Triste cronaca di mancate esenzioni, stangate in arrivo e “regalini”. 

29/11/2013
Ivan Meo


 L’annuncio.“Il Governo ha mantenuto l'impegno di cancellare la seconda rata dell'Imu per la prima casa e per i terreni agricoli e immobili strumentali”, con questa frase che il Ministro Saccomanni ha aperto la conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri, pur precisando che i “dettagli del decreto sono in fase finalizzazione”. Ma le cifre già si conoscono: “l'importo della rata pari a 2,150 miliardi compresi gli immobili strumentali agricoli sarà coperta con misure a carico del sistema bancario. Un terzo coperto con anticipi sulle posizioni del risparmio amministrato e per due terzi con aumento di anticipi su Ires e Irap, a fronte di un aumento dell'aliquota Ires e Irap per il 2014, imposta che per un anno soltanto graverà sulle banche”. Il Ministro ha anche aggiunto che “la seconda rata dell'Imu viene coperta con una imposizione accresciuta sulle banche una tantum con un anticipo cospicuo vicino al 130% che però è accettabile anche dal punto di vista della normativa Ue”.
 
In sintesi. Il comunicato stampa del 27 novembre 2013, anticipa il contenuto del Decreto Legge recante "Disposizioni urgenti concernenti l'Imu, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia", e si evidenzia che:
 
l'abolizione della seconda rata IMU si applica sull'abitazione principale ad eccezione degli immobili “di lusso” ovvero classificati nelle categorie A/1, A/8 e A/9;
per quanto riguarda infatti il gettito ulteriore atteso dai Comuni che hanno deliberato per l'anno 2013 aliquote superiori a quella standard, la metà dell'importo viene ristorata dallo Stato e l'altra metà verrà versata dai contribuenti interessati entro il 16 gennaio 2014;
sono, inoltre, esentati dal versamento dell'IMU i fabbricati rurali e gli imprenditori agricoli relativamente ai terreni.

 
L’enigma delle esenzioni. Il sistema delle coperture in realtà sembra essere più articolato, e per tali motivi ci si è accontentati di una soluzione di compromesso. Sui beni agricoli, secondo quando dichiarato da Filippo Patroni Griffi, lo stop del saldo riguarderà solo “i fabbricati rurali e i terreni agricoli per la parte coltivata”. Di più non si poteva pretendere perché per esentare tutti i terreni e non solo quelli coltivati sarebbero serviti almeno 200 milioni in più. Inoltre per chi risiede in un Comune che ha alzato le aliquote rispetto al 2012 dovrà comunque pagare la rata dell’IMU, entro il 16 gennaio 2014,  versando la differenza tra il 50% del tributo pagato nel 2012 e il 50% di quello che avrebbe dovuto corrispondere quest'anno. Questa scelta lascia sulle spalle dei cittadini almeno metà dei 500 milioni di maggiori rimborsi ai Sindaci e che ferma a quota 2,1 miliardi il conto dello stop al saldo dell'imposta municipale 2013. Il problema è che mancando all’appello 500 milioni di euro non al momento reperiti, l'esecutivo ha dovuto fissare al 50% dell'imposta versata l'anno scorso il tetto entro il quale provvederà al rimborso; il resto ce lo metteranno di tasca propria i cittadini entro il 16 gennaio se i sindaci li chiameranno alla cassa. 
 
Alcune proiezioni poco rassicuranti. I messaggi lanciati sulla copertura a carico delle banche e imprese assicuratrici non sono del tutto rassicuranti perché  non si ha la minima certezza che le banche e assicurazioni non trasleranno sui propri clienti i maggiori oneri. Se ciò dovesse accadere, secondo alcune stime effettuate dal Codacons, le tariffe bancarie e assicurative subirebbero un rincaro pari a circa 89 euro a famiglia su base annua. Mentre secondo un studio effettuato dalla UIL “la decisione di far pagare ai contribuenti il 50% dell'aumento delle aliquote Imu sulle prime case decise dai comuni nel 2013 porterebbe una mini stangata di 42 euro medi per i residenti nei comuni che quest'anno hanno deciso aumenti di aliquote”. Ad oggi, precisa il segretario Loy, “vi sono 873 i comuni che hanno deliberato aumenti di aliquote dell'Imu sulla prima casa e tra essi undici città capoluogo”. Infine, come se non bastasse “tra saldo Imu e Tares e acconto Iuc, tra il 16 dicembre e il 16 gennaio si profila un vero e proprio ingorgo fiscale per le tasse sulla casa”. 
 
Sindaci in rivolta. In questo contesto, a buon ragione, anche i Sindaci hanno da dire la loro chiedendo che il Governo faccia rapidamente chiarezza sulla seconda rata dell'IMU 2013 al fine di onorare gli impegni assunti con i contribuenti e i Comuni italiani. Lo ha dichiarato il Presidente dell’ANCI, Piero Fassino, rinnovando la richiesta di un incontro urgente con il Presidente del Consiglio. 
 
Il “regalino” alle banche. Nello stesso giorno in cui si annunciava l’abolizione (?) della seconda rata dell’IMU, il Ministro Saccomanni precisava anche: “la copertura in parte sarà a carico del sistema bancario, senza il temuto aggravio delle accise sulla benzina”. Praticamente i 650 milioni arriveranno dall’anticipo, a carico degli intermediari finanziari, sulle ritenute relative al risparmio amministrato; 1,5 miliardi dall’aumento al 130% dell’acconto Ires e Irap dovuto per il 2013 dalle società del settore finanziario e assicurativo. Ma attenzione il Cdm ha approvato a favore delle banche anche un contentino:  la rivalutazione del quote di Bankitalia che comporterà un aumento di capitale dell'istituto centrale tra i 5 e 7,5 miliardi di euro. Il decreto, inoltre, stabilisce anche che le banche potranno avere al massimo una partecipazione del 5% nella Banca d'Italia e la medesima per garantire il rispetto dei limiti di partecipazione imposti potrà temporaneamente riacquistare azioni proprie. Tutto sommato “l’operazione IMU” non sembra per le banche un brutto affare, visto il risvolti. Ma secondo Valerio Angeletti, presidente di Fimma (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari).  “l’abolizione della seconda rata dell’Imu produrrà ricadute negative sull’intero comparto dell’intermediazione immobiliare,  perché la misura che prevede la garanzia bancaria per la copertura del mancato gettito rischiano di tradursi in minori prestiti a favore delle imprese, dei singoli e delle famiglie che vogliono investire nel mercato immobiliare o nell’acquisto della prima casa”.


Fonte : condominioweb.com

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