lunedì 8 settembre 2014

Draghi, ecco cosa cambia sui Mutui con l'eurotower

Draghi, ecco cosa cambia sui Mutui con l'eurotower
Ancora una volta Mario Draghi non delude i mercati, anzi con un nuovo ulteriore taglio dei tassi di interesse (se pur di soli 10 centesimi) sorprende in qualche modo quanti non ritenevano possibile un intervento immediato e temevano contraccolpi sui mercati fin troppo «ottimisti» alla vigilia della riunione. Ma se le azioni e i titoli di Stato dell'Eurozona hanno festeggiato fin da subito, per assistere agli effetti sulle banche e sull'economia reale delle decisioni prese ieri all'interno dell'Eurotower occorrerà come di consueto un po' più di tempo.
La mini-sforbiciata sui tassi in sé è infatti troppo limitata per farsi sentire su quanti, famiglie e imprese, hanno un prestito variabile o stanno per accenderlo. I valori dei parametri di riferimento per determinare gli interessi da versare quali l'Euribor sono infatti da tempo ridotti ai minimi termini e la differenza, soprattutto per chi un finanziamento lo sta chiedendo, la fanno invece quegli spread bancari che la Bce indirettamente cerca di tenere a freno nel tentativo di riattivare il mercato del credito.
La mossa sui tassi ha però gran valore simbolico, perché è il segnale del fatto che la Bce ha ben presente le difficoltà dell'Eurozona (a partire dal rischio deflazione) e che soprattutto è disposta a fare di tutto per mantenere i tassi di interesse bassi per un periodo decisamente lungo. Non per niente i mercati pensano che i rendimenti sull'interbancario (cioè l'Euribor) non siano destinati a risalire sopra l'1% nell'arco dei prossimi 5 anni: una buona notizia per chi resterà comunque alle prese con le rate da pagare, sia esso privato o azienda.
La riduzione di un decimo dei tassi rende se possibile ancora più a buon mercato per le banche finanziarsi presso la Bce e le incentiva a partecipare alle nuove aste finalizzate alla concessione di prestiti alla clientela (Tltro) che prenderanno il via esattamente fra due settimane. In fondo è al momento essenzialmente questo (assieme al piano di riacquisto di Abs) lo strumento principale attraverso il quale Francoforte intende evitare il «credit crunch» e limare le differenze esistenti all'interno dell'Eurozona. In modo analogo, la penalizzazione ancora più marcata (-0,20%) che si subisce lasciando il denaro depositato presso i forzieri dell'Eurotower potrebbe favorire la rimessa in circolazione della liquidità, con effetti benefici un po' per tutti.
Si tratta però, come già accennato, di processi graduali, che richiederanno tempo per portare risultati, a maggior ragione perché negli ultimi anni gli ingranaggi della trasmissione della politica monetaria all'economia reale si sono gravemente danneggiati. Ciò che invece si nota fin da subito, anzi ormai da settimane, è l'indebolimento dell'euro contro il dollaro e in termini assoluti: non è un obiettivo prioritario dell'azione della Bce, ma è altrettanto evidente che (anche se non si potrà ammettere alla luce del sole) gran parte delle decisioni prese in seno al board sono state mirate a questo risultato. E i vantaggi, con un euro di nuovo sotto 1,30 dollari, sono pressoché immediati. Almeno per le nostre imprese esportatrici.
FONTE : MUTUI & FUTURO

Nessun commento:

Posta un commento

KIZOA Movie Maker q9x618jf