venerdì 5 luglio 2013

Ridurre la spesa per l’energia si può. Legambiente spiega come

énergie renouvellable


Un ricco e documentato Dossier di Legambiente individua oltre 5 miliardi di Euro tra sussidi alle fonti fossili, oneri impropri e sconti in bolletta.

La crescita delle bollette per imprese e famiglie è una questione importante in Italia. Basti dire che dal 2003 ad oggi la spesa annua delle famiglie è passata da 338 Euro a 516, con un aumento di quasi il 53%.
In questi mesi in tanti, tra opinionisti e politici, hanno indicato come responsabili gli incentivi alle fonti rinnovabili, con una campagna che è riuscita nell’intento di mettere fortissime barriere allo sviluppo delle energie pulite, e determinando un impatto drammatico su uno dei pochi settori dove in questi anni erano nate imprese ed era stato creato lavoro. Ora, con incredibile ipocrisia, quegli stessi che accusavano le rinnovabili arrivano a proporre, per salvare gli impianti termoelettrici in crisi, nuovi sussidi in bolletta.
Proprio come quelli introdotti nel 2012 dal Ministro Passera per le vecchie centrali a olio combustibile.
La realtà delle bollette italiane è molto diversa da come i media e larga parte dello schieramento politico l’hanno presentata in questi anni.
Le famiglie e le imprese italiane pagano proprio la dipendenza del nostro Paese dalle importazioni da fonti fossili, ed è proprio l’aumento del pezzo del petrolio ad aver generato l’abnorme aumento avvenuto negli ultimi dieci anni. Basti dire che nelle bollette la voce legata al prezzo del petrolio è passata da 106,6 Euro a 293,96!
Inoltre se è vero che il peso nelle bollette delle famiglie legato all’incentivo per le fonti rinnovabili è cresciuto, arrivando al 14,9%, vanno ricordati anche i vantaggi che queste producono.
Le “nuove” fonti rinnovabili (dunque grande idroelettrico escluso) sono passate in tre anni da 25 a oltre 47,4 TWh prodotti, contribuendo a raggiungere nel 2012 un risultato record con oltre il 28% dei consumi soddisfatti da energie pulite.
Secondo l’Irex Annual Report 2013 (realizzato da Althesys, Società di consulenza strategica incaricata di analizzare l’impatto delle rinnovabili sul sistema Paese), il bilancio costi-benefici, considerando dunque la spesa per gli incentivi e i vantaggi (riduzione prezzo elettricità, rischio petrolio, emissioni di CO2, effetti sull’occupazione e sul Pil), è ampiamente positivo con benefici netti compresi tra 19 e 49 miliardi.
Stessa cosa non si può dire per i 52 miliardi di euro che complessivamente abbiamo regalato e stiamo continuando a regalare a centrali inquinanti e da fonti fossili attraverso il maledetto meccanismo del CIP 6 pagato con le bollette.
Per un Paese come l’Italia, oggi l’unica strada realmente percorribile per ridurre le bollette e generare vantaggi per le imprese e le famiglie non sta nel rincorrere fonti miracolose (il nucleare o il carbone come continua a chiedere Assoelettrica, con il suo presidente) ma nel ridurre le importazioni dall’estero e i consumi.
Dunque proprio la strada dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, che nel 2012 hanno soddisfatto oltre il 28% dei consumi italiani.
I vantaggi sono dimostrati dalla riduzione del PUN, il prezzo unitario nazionale dell’energia, proprio nelle ore in cui è più rilevante il contributo del fotovoltaico.
Proprio la crisi economica e dei consumi elettrici deve spingere in questa direzione, con ricette nuove ma sempre nella direzione di aiutare imprese e famiglie attraverso soluzioni innovative e non con operazioni di salvataggio (oltretutto pure a caro costo) di vecchie e inquinanti centrali.
Tratto dal Dossier Legambiente giugno 2013
a cura di Anna Carbone

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