mercoledì 24 luglio 2013

Porta blindata con il bonus fiscale del 50%


Porta blindata con il bonus fiscale del 50%

  • 18 luglio 2013
di Dario Aquaro



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Per brevità lo si definisce bonus sulle ristrutturazioni edilizie. E il primo riferimento va agli interventi di manutenzione ordinaria (ma solo su parti comuni) o straordinaria, restauro e risanamento conservativo. Ma la detrazione Irpef del 50% copre un ventaglio più ampio di lavori, che si estende dalla semplice riparazione di impianti domestici insicuri alle opere per la cablatura degli edifici.
E include anche tutti gli interventi che servono a prevenire il rischio di atti (penalmente) illeciti da parte di terzi: come furto, aggressione o sequestro di persona. Di quali interventi si tratta? L'agenzia delle Entrate ne ha stilato un elenco esemplificativo: rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici; apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione; porte blindate o rinforzate; apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini; installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti; apposizione di saracinesche; tapparelle metalliche con bloccaggi; vetri antisfondamento; casseforti a muro; fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati; apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e relative centraline. Non si possono però detrarre le spese per il contratto stipulato con un istituto di vigilanza, perché l'agevolazione riguarda soltanto i lavori realizzati sull'immobile.
Ognuno di quelli ammessi rappresenta dunque un intervento di "ristrutturazione". E apre alla possibilità di veder poi agevolato l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici per l'arredo della casa oggetto dei lavori.
Se si vuole aumentare la sicurezza dell'abitazione si può certo sostituire la serratura della porta d'ingresso, ma considerata l'ampiezza del bonus a disposizione (50%, con tetto massimo detraibile di 96mila euro) si può anche decidere di installare una porta blindata. La detrazione è sempre ripartita in dieci quote annuali di pari importo, nell'anno in cui è sostenuta la spesa e in quelli successivi.
La scelta va fatta facendo attenzione al livello di sicurezza desiderato. Le porte antieffrazione si dividono infatti in sei classi, regolate dalla norma Uni En 1627, con le quali si misura la capacità di resistenza. Si distinguono in base al superamento di particolari test, con criteri che riguardano la serratura, la tenuta della blindatura e anche la qualità dell'isolamento termoacustico. Per individuare il grado di sicurezza, le porte vengono sottoposte a prove che, secondo le norme Uni En 1628, 1629 e 1630, servono a determinare la resistenza al carico statico, dinamico e manuale. Viene quindi simulato l'attacco di un malintenzionato, con differenti strategie e set di strumenti da scasso: le attrezzature usate e il tempo di effrazione definiscono il livello di resistenza. In base alla classe, sono richiesti tempi netti massimi di attacco da tre a venti minuti; mentre i tempi totali – che includono l'osservazione, la preparazione degli attrezzi, il cambio punte – vanno da 15 a 50 minuti.
La classe 1, la più bassa, resiste contro chi usa la pura forza fisica per aprire la porta. La classe 2 è invece efficace contro i tentativi di scasso di un delinquente occasionale, che utilizza attrezzi semplici quali cacciavite o tenaglie. Una porta del genere sarebbe sufficiente per un appartamento in condominio. Se però si cerca una buona sicurezza, specie per un'abitazione signorile, con beni di lusso, è preferibile almeno una porta in classe 3, per la quale il test prevede in aggiunta l'uso di un piede di porco. Per villette e case unifamiliari, si può poi preferire la classe 4, che è adatta a respingere uno scassinatore esperto che adopera seghe, accette, scalpelli e trapani portatili a batteria. Esclusi il montaggio e l'Iva, una porta di classe 3 costa intorno ai mille euro, mentre una di classe 4 circa 1.300 euro. Le successive classi di sicurezza (5 e 6) resistono anche ad attrezzi elettrici che funzionano ad alta potenza e sono più adatte a edifici come banche e gioiellerie. Nulla vieta, se non il prezzo, di sceglierle per l'abitazione.
Fonte : Casa24Plus

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