venerdì 21 giugno 2013

Finco propone sei punti su cui intervenire nella proroga agli ecobonus

giovedì 20 giugno 2013
    


Finco propone sei punti su cui intervenire nella proroga agli ecobonus


In un Paese povero di risorse del sottosuolo come l’Italia, il nostro “petrolio” è costituito dall’efficienza energetica e dall’enorme possibilità di risparmio che possiamo ottenere agendo sul patrimonio immobiliare e sulla sua messa in sicurezza. Finco – la Federazione industrie, prodotti, impianti, servizi ed opere specialistiche per le costruzioni – ha accolto con favore l’emanazione del Dl 4 giugno 2013 n. 63, che estende fino alla fine dell’anno le detrazioni per la riqualificazione energetica e per le ristrutturazioni edilizie. Ma, a parere della Federazione, ora bisogna mettere mano ad alcuni suoi aspetti specifici e non secondari.
Finco indica in tutto sei punti da rivedere in sede di conversione in legge del provvedimento, punti che sono stati illustrati martedì durante l’audizione presso le Commissioni Finanza e Industria del Senato. Secondo la Federazione, (1) le agevolazioni per l’efficienza energetica dovrebbero essere confermate sino a tutto il 2020 e renderle modulabili con percentuali progressive decrescenti man mano ci si avvicina alla scadenza; inoltre (2) tale modulazione dovrebbe tener conto della capienza del richiedente, permettendo la scelta dei tempi di ammortamento e la fascia di età. (3) E le agevolazioni dovrebbero essere estese alle schermature solari.
Come quarto punto, (4) Finco ritiene che, per gli interventi di progettazione ed esecuzione antisismica e di manutenzione in sicurezza, dovrebbe essere presa in considerazione l’ipotesi di portarne la detraibilità al 65%,equiparandola alla quella riservata alla riqualificazione energetica. Per quanto riguarda, invece, (5) la copertura finanziaria degli interventi di efficientamento degli edifici pubblici, il Governo ha deciso di incrementare con le aste della vendita di CO2 parte del fondo di garanzia già accantonato per il teleriscaldamento: secondo Finco il fondo non dovrebbe però essere depauperato a sfavore del comparto teleriscaldamento. Infine, (6) la Federazione ricorda che, per definire gli edifici ad altissima prestazione energetica, il decreto li indica come caratterizzati da un fabbisogno energetico “coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta all’interno del confine del sistema”. Ma tale definizione di edificio ad energie quasi zero differisce da quella prevista dalla direttiva europea, la quale intende compreso la fonte in loco ma non limita certo l’uso dell’energia rinnovabile prodotta altrove.

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