sabato 19 luglio 2014

Lieve calo del tasso di default sui mutui, previsioni al ribasso per gli spread. Raddoppiano le surroghe

Lieve calo del tasso di default sui mutui, previsioni al ribasso per gli spread. Raddoppiano le surroghe

  • 17 luglio 2014
di Emiliano Sgambato
Il tasso di default sui mutui è in calo. Nonostante si tratti solo di uno scostamento lieve, è per molti versi una sorpresa per gli operatori immobiliari, dopo mesi di ripetuti allarmi sul deterioramento della qualità del credito. Una sorpresa che – assieme all'inversione di tendenza di domanda (+10,3% in sei mesi) ed erogazioni ( +5,3% nel primo trimestre secondo i flussi Bankitalia resi noti a luglio) – lascia spazio a un moderato ottimismo per un mercato che resta ancora debole.
Secondo la Bussola Crif - MutuiSupermarket relativa al secondo trimestre 2014, «l'indice di rischio di credito che misura le nuove sofferenze e i ritardi di sei o più rate nell'ultimo anno di rilevazione passa dal 2% dell'ultimo trimestre 2013 (dato pressoché stabile nel 2013 dopo l'aumento registrato nella seconda parte del 2012, ndr) all'1,9% del primo trimestre 2014». «Si tratta di un indicatore – commenta Stefano Rossini, amministratore di MutuiSupermarket – che, assieme al minor costo di approvvigionamento di liquidità da parte delle banche, potrebbe spingere al ribasso gli spread che negli ultimi mesi non hanno registrato scostamenti significativi a livello di media, ma solo aggiustamenti verso il basso per i mutui con un loan to value (la quota del valore di immobile finanziata, ndr) sotto il 50 per cento. Nove mesi fa tutti gli spread erano compresi tra il 2,5 e il 2,8%, oggi il 2,8% è rimasto uguale, mentre il minimo è sceso al 2 per cento».
Ora logica economica (spesso però disattesa in questa lunga crisi) vorrebbe che – con un miglioramento della qualità del credito, costo della liquidità ai minimi storici (dal 5 giugno allo 0,15%) e con un mercato immobiliare che dà i primi segni di inversione di tendenza (+4,1% di compravendite secondo l'agenzia delle Entrate nel primo trimestre) – i "prezzi" dei mutui si abbassassero in modo più marcato e per tutte le fasce di finanziamento nei prossimi mesi.
Del resto sembra che molte banche siano tornate ad avere fiducia nel futuro dell'immobiliare. Superata la paura di un tracollo rapido e davanti alla frenata del calo dei prezzi –soprattutto nelle grandi città, dove spesso gli scambi sono già ripartiti a un livello doppio rispetto alla media nazionale – istituti come ad esempio, solo per citare alcuni "grandi", Unicredit, Intesa, Bnl, Ubi, Mediolanum stanno spingendo il prodotto mutui anche con importanti campagne pubblicitarie. Del resto erogare con questi margini, a patto che il mercato non subisca crolli repentini e a fronte di controlli attenti sulla sostenibilità delle rate, alle banche conviene. Certo, senza abbassare la guardia: «È fondamentale che in questo scenario gli istituti adottino standard sempre più rigorosi per la valutazione e il monitoraggio del valore degli immobili nel tempo», commenta Stefano Magnolfi, direttore Real estate services di Crif. 
Tornando alla fotografia sul primo semestre, emergono però anche elementi negativi: le surroghe "mangiano" il 20% delle erogazioni a fronte del 10% di un anno fa. Un dato che influisce anche sull'importo medio erogato, che tocca il minimo storico a 124.500 euro (contro i 136.800 di un anno fa). Considerando un loan to value medio del 64% e 20 anni di durata, lo spread migliore per il fisso è pari a 2,27%, per il variabile (che rappresenta il 75% del mercato) al 2,4%. I valori medi sono invece rispettivamente del 2,6% e del 3,5%; 5,1% e 3,8% sono invece i tassi "finiti" (Isc). Resta bassa, seppur in live recupero, la quota di case acquistate con il sostegno di un mutuo: solo il 37,6%. Il prezzo medio al metro quadrato degli immobili dati in garanzia è sceso del 3,6% (per una superficie media in lieve recupero attorno ai 100 mq).
FONTE : CASA24PLUS

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