venerdì 19 dicembre 2014

Mutui a tasso fisso o variabile, i consigli per risparmiare


Mutui a tasso fisso o variabile, i consigli per risparmiare

Oltre al fisso e al variabile, esistono soluzioni intermedie che vale la pena di tenere in considerazione

a cura di Redazione
18 dicembre 2014 
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IL VARIABILE RESTA IL PREFERITO - Si ferma il calo dei tassi sui finanziamenti per la casa registrato dall'Abi. Nell'ultimo bollettino mensile relativo al mese di novembre, come riporta il Sole24Ore, i tassi sui mutui concessi dalle banche italiane risultano essere rimasti stabili al 2,9%. Il dato sintetizzal'andamento dei tassi variabili e fissi, con questi ultimi che guadagnano posizioni. "Nell'ultimo mese, la quota del flusso di finanziamenti a tasso fisso è risultata pari al 28,1%, mentre era al 28,3% il mese precedente e al 23,9% a settembre". In termini di nuove erogazioni per l'acquisto di immobili, nei primi dieci mesi dell'anno si è registrato un incremento annuo del 30%. Complessivamente, i tassi sul totale dei prestiti sono scesi al 3,6% dal 3,7% di ottobre: si tratta del valore minimo dal dicembre 2010 (3,65%). E, soprattutto, si ferma dopo 30 mesi il calo dei prestiti concessi dalle banche italiane a famiglie e società non finanziarie. In novembre il dato registra infatti una variazione nulla, mentre l'ultimo rialzo si è registrato nell'aprile 2012.

FISSO O VARIABILE? - Cogliamo l'occasione per ricordare in che modo scegliere tra fisso e variabile. Come spiega Facile.it, il tasso fisso è calcolato sulla base dell’Eurirs (Euro Interest Rate Swap) e il variabile sulla base dell’Euribor (Euro Interbank Offered Rate), i due parametri di riferimento a cui le banche aggiungono lo spread, ossia la loro percentuale di guadagno reale sul costo del denaro per il calcolo del tasso vero e proprio. Il mutuo a tasso fisso consente di mantenere la stessa rata per tutta la durata del finanziamento. Il tasso viene stabilito al momento della stipula del contratto e da quel momento non può più variare. Il costo di base è più alto rispetto a quello del mutuo a tasso variabile, perché in questo modo (e con l’aggiunta dello spread) la banca si tutela da eventuali rialzi futuri del tasso di riferimento (l’Eurirs) che però, come detto, non inciderebbero sulla rata del mutuo.

VANTAGGI E SVANTAGGI - Riproponiamo i principali vantaggi e svantaggi del mutuo a tasso fisso e di quello a tasso variabile segnalati da Facile.it.

Vantaggi del tasso fisso
  • Il tasso non cambia e la rata resta sempre uguale
  • Conoscendo l’importo della rata è possibile pianificare in tutta tranquillità le proprie spese
Svantaggi del tasso fisso
  • Se non si verificano particolari condizioni di mercato, il tasso fisso è meno conveniente del variabile
Il tasso fisso è adatto a chi non vuole assumersi il rischio di spese impreviste e prevede di mantenere un reddito costante. È consigliato quando le previsioni di mercato annunciano un aumento del costo del denaro, quindi la crescita dei tassi.

Vantaggi del tasso variabile
  • Il tasso variabile all’inizio è più conveniente del fisso, a meno che l’Euribor cresca sensibilmente nel corso del tempo
  • In particolari condizioni di mercato è possibile che il tasso diminuisca ulteriormente
Svantaggi del tasso variabile
  • Il tasso variabile è “rischioso”: la rata può crescere e annullare la convenienza iniziale
È adatto ai mutuatari più propensi al rischio, dotati di un reddito medio-alto che può sopperire agli eventuali rincari della rata. È consigliato quando le previsioni di mercato annunciano un calo del costo del denaro (quindi la diminuzione dei tassi) o una sua probabile stabilità lungo un arco temporale medio-lungo, com'è in questo periodo nell'area euro, che poi è quella che ci interessa.

LE SOLUZIONI DI MEZZO - Oltre al fisso e al variabile, esistono soluzioni intermedie che vale la pena di tenere in considerazione.
  • Il tasso misto, per esempio, consente di passare dal fisso al variabile - e viceversa - una o più volte nel corso del mutuo (come sottolinea Facile.it, è bene leggere con attenzione le condizioni contrattuali della banca per conoscere esattamente le opzioni a disposizione). Certamente, la possibilità di cambiare il tipo di tasso ha un costo per il cliente, che dovrà sostenere uno spread leggermente più elevato per pagare l'opzione di cambio.
  • Il tasso a rata costante è di fatto un tasso variabile, che però applica gli effetti della variabilità sulla durata del mutuo e non sulla rata: se l’Euribor cala, la durata diminuisce, mentre se aumenta, la durata cresce di conseguenza, ma l’importo rateale resta invariato.
  • Il tasso variabile con cap pone un tetto massimo al tasso variabile, per scongiurare gli effetti di eventuali aumenti eccessivi del tasso di riferimento, al costo di uno spread più elevato applicato dalla banca. Si tenga presente, in ogni caso, che la scelta iniziale del tasso d'interesse non è più vincolante come un tempo. La possibilità di surrogare il mutuo consente infatti al cliente di "slegarsi" dalle condizioni di rimborso di una determinata banca, per cercare opportunità più convenienti modificando eventualmente anche il tipo di tasso.
  • FONTE : SOLDIWEB

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