Con il Piano Casa del governo Renziaffittare una casa è ora più conveniente per il proprietario e dunque anche per l'inquilino probabilmente, visto che l'aliquota della cedolare secca per gli affitti a canone concordato scende dal 10% al 15% e può prendere il posto di Irpef, bollo e imposta di registro, addizionali. Vediamo allora i punti salienti di questa novità in quanto vi sono delle condizioni da rispettare perchè il canone concordato non sempre è possibile; inoltre a causa di Imu e Tasi può non essere conveniente e se lo scegliete dovete rispettare delle scadenze temporali, anche per la dichiarazione dei redditi.
Cedolare secca al 10% solo per il canone concordato – La nuova aliquota è soltanto per i contratti di affitto 3+2 a canone concordato, che si possono stipulare soltanto nei Comuni ad alta tensione abitativa. Tali contratti devono essere in linea con gli accordi tra le associazioni dei proprietari di casa e degli inquilini.
Cedolare secca affitto e dichiarazione dei redditi – L'aliquota al 10% vale per i contratti di affitto che già erano a canone concordato e si applica a partire dal 1 gennaio 2014, mentre per quelli dello scorso anno si applica quella al 15%: dunque per la dichiarazione dei redditi 2013 (quelli maturati nel 2013 che si dichiarano nel 2014, tra poco) si deve calcolare appunto al 15%.
Termine per la scelta della cedolare secca – Per un contratto di affitto a canone concordato di cui sopra non è obbligatorio scegliere la cedolare secca: chi lo volesse fare, per un contratto che sia già a canone concordato, il termine ultimo per l'opzione è quello del pagamento dell'imposta di registro annuale, che per il 2014 è al 30 marzo. Occorre mandare una raccomandata all'inquilino per la rinuncia all'aggiornamento Istat, poi si presenta il modello 69 o il nuovo RLI all'Agenzia delle Entrate.
Cedolare secca e contratto a canone libero di affitto – Ovviamente, per quanto detto sopra, con un contratto di affitto a canone libero non si può optare per la cedolare secca con aliquota al 10%: rimane infatti al 21%. Per poter sfruttare questa opportunità occorre chiudere il contratto a canone libero e passare al canone concordato, se possibile.
Cedolare secca, canone concordato, Imu e Tasi – Purtroppo c'è da dire che con l'Imu non c'è alcuno sconto per gli affitti a canone concordato, a differenza che con l'Ici, in più c'è da pagare anche la Tasi (divisa tra proprietario e inquilino, che ne paga tra il 10% ed il 30%).

FONTE : SUPERMONEY