venerdì 28 marzo 2014

Cause condominiali in corso: perché è importante sapere che cosa dice la Cassazione su argomenti simili?

Cause condominiali in corso: perché è importante sapere che cosa dice la Cassazione su argomenti simili?

27/03/2014
Avv. Valentina Papanice


È un dato assodato quello secondo il quale in materia di condominio le decisioni della Corte di Cassazione sono molto importanti.

Il motivo? Le norme condominiali sono poche e mal scritte. La legge n. 220/2012 nel riformare la disciplina del condominio negli edifici non ha migliorato la situazione; almeno questa è l'impressione che si ha leggendo i tanti articoli presenti in rete.

Si badi: si fa riferimento alle sentenze di Cassazione e non a quelle di merito (Giudici di Pace, Tribunali, Corti d'appello) non a caso, ma per una ragione ben precisa che poggia su un fondamento giuridico: tra le principali funzioni attribuite agli ermellini, si legge sul sito istituzionale della Suprema Corte, “dalla legge fondamentale sull'ordinamento giudiziario del 30 gennaio 1941 n. 12 (art. 65) vi è quella di assicurare "l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge, l'unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni" http://www.cortedicassazione.it/Cassazione/Cassazione.asp

Che poi altro non sta a significare che: alla Cassazione spetta l'ultima parola (sempre se le parti in causa vi si rivolgano).

D'altra parte chi ha pratica delle aule di giustizia sa benissimo che i giudici di merito, in special modo quelli d'appello, sono restii a considerare come precedenti uniformanti delle pronunce rese da Tribunali o Giudici di Pace. Con questo, chiaramente, non si vuole dire che le sentenze delle magistrature di merito siano insignificanti ma, in termini di precedenti interpretativi, hanno un'efficacia di molto inferiore rispetto a quelle espresse dalla Corte di Cassazione.

E qui torniamo a noi ed al quesito che è stato posto quale titolo di questo articolo: perché le cause in corso possono essere interessate dalle pronunce della Cassazione su argomenti simili? Per andare ancor più nel dettaglio: perché un mutamento d'indirizzo interpretativo può influire sulle cause pendenti?

La risposta l'ha fornita sempre la Suprema Corte, con una sentenza del 18 marzo 2014. Si legge nella pronuncia appena citata che "un mutamento di indirizzo verificatosi nella giurisprudenza di legittimità, in ordine ai principi già affermati dalla stessa Suprema Corte in precedenti decisioni, non è assimilabile allo ius superveniens, onde non soggiace al principio di irretroattività, fissato, per la legge in generale, dall'art. 11 preleggi, comma 1, e, per le leggi penali in particolare, dall'art. 25 Cost., secondo comma, della Costituzione" (Cass. 18 Marzo 2014 n. 6225). In pratica una cosa è una nuova legge, altro una nuova interpretazione di una legge già esistente. La legge nuova si applica solamente ai nuovi casi, la nuova interpretazione di una legge già esistente, invece, vale anche rispetto alle cause pendenti.

Chiariamo ulteriormente quest'affermazione pratica con un esempio: si ipotizzi che sia in corso una causa condominiale iniziata da uno dei condomini e riguardante l'impugnazione di una delibera avente ad oggetto l'uso del parcheggio comune. Ad oggi, è dato assodato sulla base di un consolidato orientamento giurisprudenziale, l'assemblea può decidere sull'utilizzazione turnaria nel caso in cui l'autorimessa sia troppo piccola rispetto al numero dei condomini con il voto favorevole della maggioranze dei partecipanti alla riunione che rappresentino almeno 500 millesimi. In questo contesto, quindi, amministratore e condomini sono tranquilli di vincere agevolmente questa controversia.

Si supponga che nel corso della causa (e le cause, si sa, sono lunghe) prenda piede un contrario orientamento che ritiene invalide le delibere condominiali disciplinanti l'utilizzazione turnaria dei posti auto se adottate con maggioranze diverse da quelle previste per le innovazioni. Ebbene per far valere le proprie ragioni il condomino potrà portare come esempio proprio questo cambio di rotta.

Se poi la decisione che muta l'orientamento maggioritario è delle Sezioni Unite, il mutamento dev'essere considerato obbligatorio. Per andare contro i principi di diritto espressi dalle Sezioni Unite, infatti, è necessario che la questione sia di nuovo sottoposta al vaglio delle stesse (cfr. art. 374 c.p.c.). Si pensi, per fare alcuni esempi, alle cause che pendevano al momento della decisione sulla natura dei vizi d'invalidità (Cass. SS.UU. n. 4806/05), sul condominio minimo (Cass. SS.UU. n. 2046/06) o sulle tabelle millesimali (Cass. SS.UU. n. 18477/2010).

Ecco spiegato, dunque, perché quello che dice la Cassazione, più di qualunque altro giudice, dev'essere tenuto sempre in grande considerazione, specialmente in una materia come quella condominiale rispetto alla quale le sentenze rappresentano un elemento indispensabile al pari delle norme per la valutazione dei casi quotidiani.

Scarica la sentenza Cass. 18 marzo 2014 n. 6225

Fonte: CondominioWeb.com

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