giovedì 1 ottobre 2015

Ddl Concorrenza. Salta la norma che permetteva agli avvocati di validare alcune compravendite di immobili

Ddl Concorrenza. Salta la norma che permetteva agli avvocati di validare alcune compravendite di immobili


L'iter parlamentare. Il tanto discusso Ddl Concorrenza procede la sua marcia. Dopo la discussione in aula, le votazioni dovrebbero iniziare a breve. Dopo aver incassato l'ok da parte di Montecitorio, il testo si avvia alla seconda lettura al Senato, ma si fronteggerà con il concomitante esame della legge di Stabilità, quindi ci sarà un leggero rallentamento, anche se l'obiettivo del Governo è quello di portare a casa il testo definitivo, senza stravolgimenti rispetto a quello approdato in Aula, entro la fine dell'anno. In realtà, in prima lettura, le modifiche apportate al testo da parte della Camera, sono stare sostanziali: gli articoli sono stati quasi dimezzati. I relatori, però, potrebbero anche presentare un emendamento per introdurre una norma specifica per fermare le “maxi-bollette” di luce e gas.
Stop alla compravendita senza notaio. Tra le modifiche effettuate nel corso dell'esame parlamentare spicca la soppressione della norma che introduceva una disciplina speciale in tema di compravendite immobiliari di beni immobili destinati ad uso non abitativo (cantine box, locali commerciali), volta a consentire agli avvocati di autenticare le sottoscrizioni dei relativi atti di trasferimento nel limite di valore catastale massimo di 100.000 euro (articolo 28). Particolarmente discusso è stato l'articolo 28 (c.d. pacchetto sui notai) secondo cui gli avvocati avrebbero dovuto quindi farsi carico dei connessi obblighi di registrazione, trascrizione, iscrizione, voltura catastale e liquidazione di imposte.
Ma, come accennato, si è preferito eliminare la norma dal testo, a seguito le rimostranze poste dal Notariato, e dopo che la commissione Giustizia aveva segnalato profili di criticità della disposizione, non apparendo compatibile con taluni principi generali dell'Unione Europea, tra i quali quello della certezza giuridica. Allo stato attuale la normativa che entrerà in vigore va in tutt'altra direzione da quanto auspicato dal primo ministro Renzi che, a suo tempo in sede di conferenza stampa presentando il pacchetto pro-concorrenza, aveva esordito dicendo: «se andiamo dal notaio un po' meno volte non è un grande problema», ed ancora, «più che liberalizzazioni io direi Italia Semplice, tutela dei consumatori, è il tentativo di attaccare alcune rendite di posizione ed una sforbiciata sia perché riduciamo il gap tra chi gode di rendite».
Il mancato scacco alle lobby. Non sono mancate le prime reazioni a questi stravolgimenti. Porteremo in aula i nostri emendamenti e ci aspettiamo che il governo non prenda posizione e non cerchi di indirizzare o di frenare il dibattito parlamentare. Su una questione così centrale non basta aver messo il provvedimento nell'agenda dei lavori, un governo che si mostra così determinato in altri campi non può avere nei confronti delle liberalizzazioni un atteggiamento così remissivo rispetto alle resistenze corporative che hanno fortemente ridimensionato questo testo di legge".
Questo è quanto detto da Enrico Zanetti, sottosegretario all'Economia in un'intervista a Repubblica, aggiungendo che "dal nostro punto di vista le liberalizzazioni di mercato sono un obiettivo fondamentale in un'ottica di crescita duratura del Paese, senza questo tipo di interventi strutturali le politiche fiscali espansive rischiano di essere inutili, finiremo per fare deficit senza incentivare la crescita". Contro questo immobilismo parafarmacisti e avvocati hanno organizzato tre giorni di presidio a Roma, davanti a Montecitorio. Inoltre, diverse sigle, hanno indetto una giornata nazionale di protesta “contro lo strapotere di lobby e corporazioni” che stanno bloccando l'ascensore sociale a danno soprattutto dei più giovani.



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