giovedì 1 agosto 2013

Il test dei mutui sul mattone Usa: il rialzo dei tassi può frenare la ripresa?

Il test dei mutui sul mattone Usa: il rialzo dei tassi può frenare la ripresa?


di Michela Finizio 
23 luglio 2013



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Houston (Corbis)
Houston (Corbis)
Negli Stati Uniti la ripresa del mercato immobiliare residenziale sta per affrontare il primo vero test: nell'arco di soli due mesi, i tassi di interesse sui mutui sono balzati di un punto percentuale. Un movimento simile é successo solo due volte dal 1994 ad oggi e potrebbe scoraggiare i consumatori intenzionati a comprare una casa. Tanto che gli operatori iniziano a guardare con preoccupazione agli ultimi dati diffusi dalla National Association of Realtors (l'associazione degli agenti immobiliari) che, contro le attese, segnano un rallentamento della ripresa delle compravendite.
Gli acquisti di case sono calati dell'1,2% a giugno rispetto al mese precedente, arrivando a quota 5,08 milioni di unità, mentre gli analisti si aspettavano un rialzo dell'1,9% fino a 5,28 milioni di unità. Ma il caro-mutui può frenare ancora la ripresa del mattone Usa? E perché stanno tornando a salire i tassi di interesse? Secondo la Mortgage Bankers Association, i tassi su mutui 30ennali sono passati dal 3,59% dell'inizio di maggio al 4,68% delle prime due settimane di luglio. Si tratta del massimo da due anni. In pratica, per ogni 100mila dollari presi in prestito, l'incremento di un punto percentuale dei tassi significa 83 dollari al mese in più nella rata mensile.
I tassi sono aumentati in scia al rialzo a giugno dei rendimenti dei Treasury e dei bond
ipotecari
, registrato in conseguenza del forte sell-off dovuto ai timori di un rallentamento negli acquisti di obbligazioni da parte della Federal Reserve. Il piano di quantitative easing della banca centrale, da quando é stato lanciato l'anno scorso, ha spinto al ribasso i tassi di interesse. Gli acquisti di case hanno così registato un brillante incremento nell'ultimo anno, che altrimenti non sarebbe avvenuto. Ora però, nonostante le caute parole del presidente della Fed, Ben Bernanke, gli economisti non hanno cambiato le attese sulle prossime mosse della banca centrale americana: la Fed inizierà a ridurre gli acquisti di titoli di Stato e obbligazioni varie, riducendo di conseguenza le iniezioni di liquidità tanto benefiche per le Borse, a partire da settembre.
La settimana scorsa Ben Bernanke, ha detto al Congresso che se i rialzi dei tassi di interesse sui mutui avessero minacciato i recenti risultati del mercato residenziale, la Fed avrebbe intrapreso «misure supplementari». Di recente ha anche aggiunto che «le vendite di case hanno contribuito in modo significativo alla recente ripresa dell'attività economica nazionale. Le vendite di case, i prezzi delle case e le nuove costuzioni residenziali sono aumentati, sostenuti da tassi ipotecari bassi e da una maggiore fiducia dei consumatori. Il mercato immobiliare sembra destinato a continuare la sua ripresa, nonostante i recenti aumenti dei tassi ipotecari, ma sarà importante monitorare attentamente gli sviluppi in questo settore».
L'impennata dei tassi, infatti, potrebbe mettere alla prova gli appetiti dei potenziali acquirentinell'accettare i prezzi richiesti, forse tornando a frenare la ripresa delle quotazioni a cui abbiamo assistito nel real estate Usa nei primi sei mesi 2013. Questo significa che la ripresa del mercato immobiliare Usa è destinata ad arrestarsi? No, secondo gli esperti, se l'incremento dei tassi è una conseguenza di un più generale miglioramento dell'economica e non ad altri fattori speculativi. Basterà contenere il rialzo dei prezzi delle abitazioni. Nel frattempo, però, altre ragioni fanno pensare che questo aumento dei tassi sia più accentuato di quelli passati. Gli istituti di credito hanno allentato troppo lentamente gli standard del credito che avevano inasprito cinque anni fa, in seguito allo scoppio della bolla dei mutui subprime. Molti potenziali acquirenti hanno ancora livelli di debito troppo pesanti rispetto ai redditi, che al contrario non crescono altrettanto.
Inoltre, mentre i tassi dei mutui sono ai livelli più alti degli ultimi due anni, i costi correlati ai finanziamenti per la casa secondo la Federal Housing Administration sono ancora più elevati perché sono state introdotte e aumentate le tariffe assicurative. Lo squilibrio, infine, tra domanda e offerta (ancora carente rispetto al fabbisogno) continuerà a favorire i venditori, con prezzi che resteranno elevati, a fronte di un reddito medio che continua a diminuire, impoverendo gli americani. Ecco perché, secondo gli analisti, finché la situazione economica generale non tornerà in equilibrio, il settore immobiliare dovrà affrontare un percorso poco prevedibile.
Secondo gli economisti sentiti dal Wall Street Journal, tassi dell'ordine tra il 4,5 e il 5% sono ancora convenienti rispetto agli standard storici. E i tassi posso salire fino al 6%, così come i prezzi degli immobili possono aumentare di un ulteriore 20%, prima che l'investimento nel mattone non risulti più conveniente rispetto alle medie storiche. Eppure, secondo un sondaggio condotto dal sito internet specializzato in annunci immobiliari di vendita Trulia, il 41% dei potenziali acquirenti considera il rialzo dei tassi la preoccupazione principale, legata all'investimento nel mattone.
Fonte : Casa24Plus

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